Diritti umani: gli Stati Uniti disertano la valutazione dell’Onu
Diritti umani: gli Stati Uniti disertano la valutazione dell'Onu
Ginevra, 7 novembre 2025 – Gli Stati Uniti hanno fatto saltare oggi l’appuntamento con il Consiglio dei diritti umani dell’Onu a Ginevra, scegliendo di non presentarsi alla revisione periodica sulla loro situazione interna in tema di diritti umani. Un fatto che non accadeva da ben diciassette anni, quando nel 2013 a fare lo stesso fu solo Israele. La notizia è arrivata poche ore prima dell’inizio della sessione, lasciando vuoti i banchi riservati alla delegazione americana e destando sorpresa tra i diplomatici.
Stati Uniti assenti alla revisione Onu: un gesto inatteso
La revisione periodica universale è un passaggio obbligato per tutti gli Stati membri dal 2008. Serve a tenere sotto controllo il rispetto dei diritti umani in ogni Paese. Oggi però, davanti al Consiglio, il presidente Jurg Lauber ha dovuto constatare con un certo imbarazzo: “Avremmo dovuto incontrare la delegazione Usa, ma non c’è nessuno”. Niente bandiere a stelle e strisce, nessun funzionario a rispondere ai quesiti degli altri Paesi.
Una mossa che scuote la diplomazia internazionale
La scelta americana ha spiazzato molti. Fonti diplomatiche sul posto raccontano che la comunicazione ufficiale è arrivata solo ieri sera, a ridosso dell’inizio dei lavori. “Non era mai successo, tranne con Israele nel 2013”, ha commentato un funzionario europeo presente in sala. Dietro questo gesto si legge un chiaro segnale politico, in un momento in cui Washington è spesso sotto accusa per come gestisce i diritti civili, l’immigrazione e l’uso della forza da parte della polizia.
Reazioni e conseguenze: un duro colpo per gli Usa
L’assenza degli Stati Uniti ha scatenato reazioni immediate. Alcuni delegati hanno espresso “rammarico”, sottolineando che questa revisione è un’occasione preziosa di confronto e trasparenza. Altri hanno preferito non parlare apertamente, ma nei corridoi del Palazzo delle Nazioni si è parlato di “passo indietro” e di “precedente pericoloso”. Per molti analisti, questa scelta rischia di minare la credibilità americana nei tavoli multilaterali e di complicare i rapporti con gli alleati europei, da sempre sostenitori del sistema Onu.
Dietro le quinte: tensioni in crescita
Negli ultimi mesi, i rapporti tra Washington e alcune agenzie Onu si erano fatti più tesi. Questioni come la gestione delle proteste, le politiche sull’immigrazione e le condizioni nelle carceri americane avevano acceso critiche da parte di organizzazioni internazionali. La decisione di oggi arriva in un momento delicato. “Siamo sorpresi e delusi”, ha confidato un diplomatico sudamericano a margine della seduta. Dalla Casa Bianca, però, nessuna parola ufficiale nelle ore successive.
Un precedente che lascia in sospeso il futuro
Dal 2008 a oggi, solo Israele aveva saltato la revisione, poi tornata a sedersi al tavolo dopo mesi di trattative. Ora resta da vedere se anche gli Stati Uniti torneranno a partecipare o se proseguiranno sulla strada del muro contro muro. Per ora il Consiglio ha preso atto dell’assenza e ha rinviato ogni decisione. “Il dialogo resta aperto”, ha detto Lauber chiudendo la seduta.
Nel frattempo, nei corridoi della diplomazia internazionale si discute su cosa significhi questa scelta per il ruolo degli Stati Uniti nel sistema multilaterale e per la tenuta stessa dei meccanismi di tutela dei diritti umani a livello globale.
