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L’euro scende sotto 1,16 dollari: cosa significa per il mercato?

L'euro scende sotto 1,16 dollari: cosa significa per il mercato?

L'euro scende sotto 1,16 dollari: cosa significa per il mercato?

New York, 7 novembre 2025 – Il dollaro americano torna a farsi sentire sui mercati valutari internazionali, guadagnando terreno mentre gli investitori aspettano indicazioni più chiare sull’economia Usa e sulle prossime mosse della Federal Reserve riguardo ai tassi d’interesse. L’euro ha perso un po’ di terreno, scendendo a 1,1533 dollari, in calo dello 0,1% rispetto alla chiusura di ieri. Contro lo yen giapponese, invece, si è mosso in rialzo, toccando quota 176,97, con un +0,1%.

Il dollaro torna a dominare i mercati

Fin dalle prime ore della mattinata, a Wall Street e nelle principali piazze finanziarie europee, tutti hanno tenuto d’occhio il movimento del dollaro. “Il biglietto verde si rafforza perché si pensa che la Fed rimarrà prudente sui tagli dei tassi”, ha spiegato a Reuters John Taylor, esperto di valute di Morgan Stanley. La banca centrale americana, infatti, non ha ancora detto quando potrebbe iniziare a rilassare la stretta monetaria, e questa incertezza spinge gli investitori a preferire la valuta Usa.

A New York, poco dopo le 10 (le 16 in Italia), il cambio euro-dollaro si è mantenuto stabile sotto quota 1,16, un livello che mancava da settimane. “Gli investitori stanno rivedendo le loro aspettative,” ha aggiunto Taylor. “Solo dati economici più deboli potrebbero spingere la Fed a muoversi prima del previsto.”

Tutti gli occhi puntati sulla Fed

Il prossimo appuntamento che tutti aspettano è la pubblicazione dei dati sull’inflazione americana, prevista per la prossima settimana. Sarà da lì che usciranno segnali decisivi per le scelte della Federal Reserve. Jerome Powell, il presidente della banca centrale, ha ribadito più volte che “ogni decisione sarà guidata dai dati”. Così, resta tutto aperto: si può andare avanti con i tassi fermi per mesi, oppure si può vedere un primo taglio già nel primo trimestre del 2026, se l’economia dovesse rallentare.

Nel frattempo, il mercato dei futures sui Fed Funds dà una probabilità del 35% per un taglio entro marzo, secondo i dati di CME Group. Una percentuale in calo rispetto alle settimane scorse, segno che la fiducia nell’economia americana resta solida.

Euro in calo, ma non ovunque

Sul fronte europeo, la moneta unica ha mostrato qualche cedimento. Alle 17 italiane, l’euro era a 1,1533 dollari, giù dello 0,1%. Dietro questa flessione c’è sia la forza del dollaro sia i dubbi sulla crescita nell’Eurozona. “L’inflazione nell’area euro sta scendendo più in fretta del previsto,” ha detto Claudia Rossi, strategist di Intesa Sanpaolo. “Questo potrebbe spingere la BCE a restare cauta più a lungo.”

Contro lo yen giapponese, invece, l’euro ha guadagnato terreno, salendo a 176,97 yen, +0,1%. Un effetto anche delle recenti conferme della Banca del Giappone sulla sua politica ultra-espansiva.

Impatti su mercati e imprese

Il rafforzamento del dollaro si è fatto sentire subito sui mercati azionari e tra le aziende che esportano. A Piazza Affari, titoli come Ferrari e Moncler hanno perso un po’ nel pomeriggio. “Un dollaro forte rende più difficile per le esportazioni europee competere negli Usa,” ha commentato un trader milanese verso le 15.30. Al contrario, le grandi aziende americane che vendono all’estero potrebbero vedere i loro margini crescere.

Anche le materie prime hanno risentito delle variazioni valutarie: il petrolio WTI è sceso sotto i 79 dollari al barile, mentre l’oro è rimasto stabile attorno ai 1.960 dollari l’oncia.

Cosa aspettarsi nelle prossime settimane

Gli operatori restano prudenti. “Tutto dipenderà dai dati economici che arriveranno nelle prossime settimane,” ha detto un gestore di fondi a Londra. “Se l’inflazione Usa dovesse sorprendere al ribasso, potremmo vedere un’inversione di rotta.” Per ora, però, il dollaro resta il protagonista indiscusso della scena finanziaria mondiale. E i mercati, tra attesa e incertezza, seguono ogni segnale che arriva da Washington e Francoforte.