Rivoluzione verde: il telo Mater-Bi come soluzione innovativa per l’agricoltura secondo le norme Ue
Rivoluzione verde: il telo Mater-Bi come soluzione innovativa per l'agricoltura secondo le norme Ue
Milano, 7 novembre 2025 – Novamont ha annunciato oggi di aver ottenuto il certificato di conformità al Regolamento Fertilizzanti 2019/1009 per il suo telo di pacciamatura in Mater-Bi, un materiale biodegradabile usato in agricoltura per tenere sotto controllo le infestanti. Dopo mesi di test e verifiche, questo riconoscimento permette all’azienda di presentare il prodotto come una soluzione che rispetta gli standard europei su fertilizzanti e tutela dell’ambiente.
Il telo in Mater-Bi ottiene il via libera europeo
Il Regolamento Fertilizzanti 2019/1009 dell’Unione Europea fissa regole precise per i prodotti agricoli, puntando su sicurezza, impatto ambientale e sostenibilità. Come ha spiegato Novamont, il telo in Mater-Bi – già diffuso in molte aziende agricole italiane e straniere – è stato riconosciuto come ammendante inorganico. In pratica, è un prodotto che aiuta a mantenere o migliorare le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del terreno, senza lasciare tracce dannose.
La certificazione è arrivata dopo una serie di analisi svolte da laboratori indipendenti, che hanno verificato la capacità del telo di biodegradarsi completamente nel suolo. “L’attività dei microrganismi nel terreno – si legge nella nota dell’azienda – trasforma il materiale in anidride carbonica e acqua”. Un processo che, secondo i dati, non produce microplastiche persistenti né danni ecotossici all’ambiente circostante.
Ambiente e sicurezza, un tema sempre più caldo
Negli ultimi anni, il problema delle microplastiche nei terreni agricoli è diventato centrale, soprattutto con le nuove norme europee per ridurre l’inquinamento da plastica. Per Novamont, il telo in Mater-Bi è una risposta concreta: “Questa certificazione dimostra che Mater-Bi, la nostra famiglia di bioplastiche pionieristiche, non lascia microplastiche nell’ambiente”, ha detto Catia Bastioli, amministratore delegato.
Bastioli ha anche spiegato che l’azienda ha deciso di applicare volontariamente i criteri più severi del regolamento anche ad altri prodotti Mater-Bi, come shopper e sacchi per frutta e verdura. “Seguire le regole del Regolamento Fertilizzanti alza il livello di garanzia sulla biodegradabilità, sull’assenza di accumulo nel suolo e sull’assenza di effetti tossici nell’ambiente. Così tuteliamo tutta la filiera, i nostri territori e le comunità”, ha aggiunto.
Una svolta green per l’agricoltura
La certificazione europea è un traguardo importante per Novamont, ma anche un segnale per tutto il settore agricolo italiano. In molte zone del Nord Italia – dalla pianura padana alle colline del Piemonte – cooperative e aziende agricole usano già i teli in Mater-Bi per ridurre l’impatto ambientale delle coltivazioni. Il vantaggio più grande? Non bisogna più smaltire i teli a fine stagione: si degradano direttamente nel terreno.
Secondo le prime stime dell’azienda, usare teli biodegradabili potrebbe abbattere i costi legati allo smaltimento della plastica nelle campagne. Un risparmio importante soprattutto per le piccole e medie imprese, alle prese con regole sempre più severe e spese in crescita per smaltire materiali tradizionali.
Novamont guarda avanti: più prodotti sostenibili
Novamont vuole estendere presto i criteri del Regolamento Fertilizzanti anche ad altri prodotti della linea Mater-Bi. L’obiettivo è offrire soluzioni sempre più sicure per l’ambiente e conformi alle normative europee. “Abbiamo deciso di anticipare i tempi – ha detto Bastioli – perché la sostenibilità è una responsabilità che coinvolge tutta la filiera”.
Questo riconoscimento potrebbe spingere a una diffusione più ampia dei teli biodegradabili nelle campagne italiane ed europee. Secondo gli esperti del settore, può aiutare a ridurre l’impatto dell’agricoltura intensiva e a promuovere pratiche più rispettose del suolo e delle risorse naturali. Per ora, la certificazione è un punto fermo: la dimostrazione che la transizione verso un’agricoltura più sostenibile è possibile – e già in cammino.
