Addio a Beppe Vessicchio, il maestro che ha incantato l’Italia
Addio a Beppe Vessicchio, il maestro che ha incantato l'Italia
Roma, 8 novembre 2025 – Giuseppe Vessicchio, per tutti semplicemente Beppe, si è spento oggi a Roma all’età di 69 anni. Il celebre direttore d’orchestra e compositore napoletano era ricoverato da qualche giorno nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Camillo Forlanini, dove le sue condizioni sono peggiorate rapidamente a causa di una polmonite interstiziale. A confermare la notizia è stata la direzione sanitaria, che ha parlato di “complicanze gravi” e ha chiesto, su richiesta della famiglia, il massimo riserbo.
Beppe Vessicchio, una vita tra musica e palcoscenico
Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Vessicchio ha costruito una carriera che ha superato i quarant’anni, diventando uno dei volti più noti della musica italiana. La sua immagine – barba folta, sguardo gentile, movimenti misurati – era ormai familiare al pubblico, soprattutto grazie alla sua presenza fissa sul palco del Festival di Sanremo. “Era la bacchetta che tutti volevano”, ricorda un orchestrale Rai, “perché prima di dirigere sapeva ascoltare”.
Nel corso della sua lunga attività ha lavorato con alcuni dei più grandi nomi della musica italiana e internazionale: Gino Paoli, Roberto Vecchioni, Zucchero, Ornella Vanoni. Non era solo un arrangiatore e direttore, ma anche un autore attento, capace di unire la tradizione classica con le nuove tendenze della canzone d’autore.
Sanremo, il suo palco più amato
Il rapporto tra Vessicchio e il Festival di Sanremo è stato intenso e duraturo. Ha diretto l’orchestra in molte edizioni, portando a casa quattro vittorie: nel 2000 con gli Avion Travel (“Sentimento”), nel 2003 con Alexia (“Per dire di no”), nel 2010 con Valerio Scanu (“Per tutte le volte che”) e nel 2011 con Roberto Vecchioni (“Chiamami ancora amore”). Ogni sua apparizione era accolta da applausi spontanei, quasi un rito per il pubblico dell’Ariston.
“Quando c’era lui in buca”, confida un tecnico Rai, “l’atmosfera cambiava. C’era più attenzione, meno tensione”. Eppure, Vessicchio non si è mai montato la testa: “La musica è servizio”, diceva in una vecchia intervista, “non esibizione”.
Oltre il podio: esperienze e insegnamenti
Non solo Sanremo. Nel 2003 ha diretto al Cremlino per un omaggio a John Lennon, un’esperienza che ha definito “surreale e bellissima”. Nel 2015 ha guidato il progetto “Rockin’1000”, la più grande rock band del mondo riunita a Cesena per suonare i Foo Fighters. Per anni è stato anche direttore musicale e insegnante nel talent “Amici” di Maria De Filippi, un ruolo che gli ha dato nuova popolarità tra i giovani.
“Era severo ma giusto”, ricorda una ex concorrente. “Ti faceva capire dove sbagliavi senza mai farti sentire umiliato”.
L’ultimo progetto e l’addio discreto
Fino all’ultimo, Vessicchio non ha smesso di lavorare. Da marzo 2026 era atteso in tour teatrale con Ron, per lo spettacolo “Ecco che incontro l’anima”, la loro prima collaborazione dal vivo. Un progetto che ora resterà incompiuto.
I funerali si terranno nei prossimi giorni a Roma, in forma strettamente privata, come richiesto dalla famiglia. Niente camera ardente pubblica, nessun corteo: solo silenzio e rispetto per chi ha segnato la storia della musica italiana.
In queste ore, sui social e tra colleghi, fioccano i messaggi di cordoglio. “Un maestro vero”, scrive Roberto Vecchioni. “Ci lascia una persona buona e un musicista unico”. Così se ne va Beppe Vessicchio: con la stessa discrezione con cui ha vissuto.
