Addio a James Watson, il genio dietro la scoperta del Dna e premio Nobel
Addio a James Watson, il genio dietro la scoperta del Dna e premio Nobel
New York, 8 novembre 2025 – James Watson, lo scienziato che ha dato un contributo decisivo alla scoperta della struttura del DNA, è morto ieri all’età di 97 anni in un hospice nello Stato di New York. La notizia, confermata dal New York Times nelle prime ore di questa mattina, segna la fine di una delle pagine più importanti della biologia moderna. Watson era stato trasferito nella struttura la scorsa settimana, dopo un ricovero in ospedale per una infezione che aveva peggiorato le sue condizioni.
La scoperta che ha rivoluzionato la scienza
Nel 1953, insieme a Francis Crick, Watson pubblicò sulla rivista Nature l’articolo che descriveva per la prima volta la doppia elica del DNA. Quel modello, la doppia spirale, cambiò per sempre il modo di capire i meccanismi genetici e aprì la strada alla biologia molecolare. “Abbiamo capito che il segreto della vita era nascosto in quella struttura”, aveva detto Watson in una delle sue rare interviste negli ultimi anni. Il riconoscimento più importante arrivò nel 1962, con il Premio Nobel per la Medicina, condiviso con Crick e Maurice Wilkins.
Una vita tra successi e polemiche
Watson nacque a Chicago nel 1928 e mostrò fin da giovane una forte passione per le scienze naturali. Dopo la laurea all’Università di Chicago e il dottorato a Indiana, si spostò a Cambridge, dove incontrò Crick. “Era un ragazzo curioso, spesso impaziente”, ha ricordato ieri il genetista Eric Lander, direttore del Broad Institute. Ma la sua carriera non fu priva di ombre: negli ultimi anni alcune sue parole su temi razziali crearono forti polemiche, dentro e fuori la comunità scientifica. Nel 2007, il Cold Spring Harbor Laboratory – dove Watson aveva guidato per decenni il laboratorio di genetica – prese le distanze da quelle dichiarazioni, sospendendolo da ogni incarico.
Un’eredità scientifica e umana che resta
Nonostante le controversie, il contributo di Watson alla scienza è rimasto fondamentale. Il suo libro “La doppia elica”, pubblicato nel 1968, è ancora oggi un testo di riferimento per chi si avvicina alla genetica. “Ha raccontato la scienza come una grande avventura umana”, ha spiegato ieri Matthew Cobb, storico della biologia all’Università di Manchester. Nel corso della sua lunga carriera Watson ha ricevuto numerosi premi internazionali e lauree honoris causa. Il suo nome è legato anche alla promozione della ricerca sul genoma umano, progetto che ha seguito da vicino negli anni Novanta.
Il mondo accademico ricorda Watson
La notizia della sua morte ha subito fatto il giro dei principali centri di ricerca del mondo. Al Cold Spring Harbor Laboratory, dove lavorò fino al 2007, le bandiere sono state messe a mezz’asta. “La sua intuizione ha cambiato per sempre il nostro modo di vedere la vita”, ha detto Bruce Stillman, attuale presidente dell’istituto. Anche Francis Collins, ex direttore dei National Institutes of Health, ha sottolineato come “la scoperta della struttura del DNA sia stata una svolta per la medicina moderna”.
Gli ultimi anni e il ricordo personale
Negli ultimi tempi Watson aveva scelto di vivere lontano dai riflettori, nella sua casa di Cold Spring Harbor. Solo pochi amici e collaboratori stretti lo avevano visto negli ultimi mesi. “Era stanco, ma ancora curioso”, ha raccontato ieri una delle infermiere dell’hospice dove si è spento. La famiglia ha chiesto riservatezza e non sono previsti funerali pubblici. Eppure, nei corridoi dei laboratori e nelle aule universitarie, il nome di James Watson continuerà a essere pronunciato ogni volta che si parlerà di DNA e di quella doppia elica che ha cambiato per sempre la storia della scienza.
