Conte chiarisce: la patrimoniale non è una priorità per noi
Conte chiarisce: la patrimoniale non è una priorità per noi
Roma, 8 novembre 2025 – Torna al centro del dibattito politico la questione della patrimoniale, ma il Movimento 5 Stelle si smarca subito. “Non è all’ordine del giorno”, ha detto ieri Giuseppe Conte, leader del M5s, rispondendo alle polemiche scatenate da un post della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La precisazione è arrivata nel pomeriggio, a margine dell’evento “Unite” nella Capitale.
Conte chiude alla patrimoniale: “Non è nel nostro programma”
La scintilla è scattata dopo che Meloni, nella mattina di ieri, ha pubblicato un messaggio sui social rivolto alle opposizioni, lanciando l’allarme su una possibile nuova tassa sui patrimoni in caso di vittoria delle forze progressiste. “Vorrei mandare un messaggio a Meloni, che ha postato oggi: si rassegni. Non so se a sinistra si discute di patrimoniale, ma per noi – che siamo una forza progressista e indipendente – non è all’ordine del giorno”, ha spiegato Conte ai giornalisti poco dopo le 17, vicino all’Auditorium Parco della Musica.
Il leader pentastellato ha ribadito con fermezza la posizione del Movimento: nessuna apertura a una tassa straordinaria sui grandi patrimoni. “Non è nel nostro programma, non ne parliamo”, ha aggiunto rispondendo a chi chiedeva se ci fosse qualche discussione interna sul tema. Un modo chiaro per evitare fraintendimenti e prendere le distanze sia dal Partito Democratico che dalle altre forze di sinistra.
Meloni rilancia, opposizioni a confronto
La presidente del Consiglio ha scelto i social per tornare sulla questione, scrivendo in mattinata: “Attenzione a chi vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani con nuove tasse”. Secondo fonti di Palazzo Chigi, il messaggio era soprattutto rivolto a Pd e M5s, in vista delle prossime decisioni sulla legge di bilancio.
Nel pomeriggio è arrivata la risposta di Conte. “Noi siamo una forza autonoma – ha detto – e non ci facciamo dettare l’agenda da nessuno”. Un chiaro riferimento alle tensioni dentro il campo progressista. In queste settimane, infatti, il dibattito sulla patrimoniale ha diviso le opposizioni: mentre alcuni esponenti del Pd hanno aperto a una riflessione, il M5s mantiene la linea della prudenza.
Patrimoniale e numeri: la sfida economica
Il tema della tassazione sui grandi patrimoni torna spesso in Italia, soprattutto quando si discute la manovra economica. Secondo il Ministero dell’Economia, nel 2024 le imposte patrimoniali (come Imu e bollo auto) hanno raccolto circa 45 miliardi di euro. Ma una tassa straordinaria sui grandi patrimoni, come ipotizzato da alcune forze politiche, non è mai stata inserita nei programmi di governo recenti.
Gli esperti avvertono: una misura del genere avrebbe effetti contrastanti. Da un lato potrebbe portare risorse fresche per il welfare, dall’altro rischierebbe di colpire risparmi e investimenti. “Serve una riflessione seria e condivisa”, ha detto ieri un economista della Cattolica di Milano, intervistato da alanews.it. Per ora, però, la proposta resta fuori dall’agenda del Movimento 5 Stelle.
Reazioni politiche: tra prudenza e allarmi
Nel tardo pomeriggio sono arrivate le prime reazioni dagli altri partiti. Dal Pd nessuna posizione ufficiale: “Ne parleremo nei prossimi giorni”, ha confidato un deputato vicino alla segreteria Schlein. Più netta Italia Viva, con il senatore Luigi Marattin che ha definito la patrimoniale “una bandiera ideologica che non serve al Paese”.
Nel frattempo, a Montecitorio la questione tiene banco. Alcuni parlamentari di centrodestra hanno lanciato l’allarme: “Gli italiani devono sapere chi vuole aumentare le tasse”, ha detto un esponente di Forza Italia poco prima delle 19. Ma il M5s mantiene la linea: nessuna patrimoniale all’orizzonte, almeno per ora.
La partita continua: cosa aspettarsi
Con la legge di bilancio che dovrebbe arrivare in Aula entro fine mese e le opposizioni ancora spaccate sulle priorità fiscali, il tema della patrimoniale rischia di tornare a infiammare il dibattito nelle prossime settimane. Per ora, però, Giuseppe Conte ha chiuso la porta: “Non è all’ordine del giorno”. Una posizione netta, che segna una distanza chiara dal resto della sinistra e potrebbe pesare sugli equilibri futuri del campo progressista.
