Cornell e Trump: un accordo sorprendente per il ritorno dei fondi federali
Cornell e Trump: un accordo sorprendente per il ritorno dei fondi federali
New York, 8 novembre 2025 – La Cornell University ha firmato un accordo con l’amministrazione Trump per ottenere di nuovo oltre 250 milioni di dollari di fondi federali. L’intesa, siglata ieri a Ithaca, prevede che l’ateneo verserà al governo 30 milioni di dollari in tre anni e investirà altri 30 milioni in progetti di ricerca dedicati agli agricoltori americani, con l’obiettivo di tagliare i costi e migliorare la produttività nel settore agricolo.
Accordo chiave per sbloccare i fondi
Secondo l’accordo, la Cornell University dovrà fornire al governo dati anonimizzati sulle ammissioni degli studenti. Questi dati saranno sottoposti a controlli approfonditi da parte delle autorità federali. Dopo mesi di tensioni e trattative, l’amministrazione aveva bloccato i finanziamenti a causa di divergenze sulle politiche di ammissione e sulla trasparenza delle informazioni interne.
Il presidente dell’ateneo, Michael I. Kotlikoff, ha sottolineato che “l’accordo riconosce chiaramente il diritto della Cornell di stabilire da sola le sue politiche, scegliere chi assumere e ammettere, e decidere cosa insegnare, senza interferenze o controlli invasivi dal governo”. Una precisazione pensata per tranquillizzare studenti e docenti preoccupati da possibili pressioni politiche.
Ricerca per l’agricoltura e trasparenza sui dati
Oltre al versamento economico, la Cornell investirà 30 milioni di dollari in programmi di ricerca destinati a portare benefici concreti agli agricoltori statunitensi. Si tratta di progetti volti a innovare le tecniche agricole, abbattere i costi e aumentare l’efficienza. Questa mossa risponde alle richieste del Dipartimento dell’Agricoltura e potrebbe rafforzare i legami tra università e mondo rurale, secondo fonti interne.
Sul fronte della trasparenza, ogni anno l’ateneo consegnerà dati anonimizzati sulle ammissioni agli enti federali, che li controlleranno regolarmente. Inoltre, la Cornell condurrà sondaggi annuali sul clima del campus, con un’attenzione particolare agli studenti di origini ebraiche. Questa misura arriva dopo le polemiche degli ultimi mesi legate a episodi di antisemitismo nelle università americane.
Le reazioni: Casa Bianca esulta, Cornell resta cauta
La portavoce della Casa Bianca, Liz Houston, ha commentato con entusiasmo: “Il presidente Trump ha portato un grande risultato per gli studenti americani. Sotto la sua guida, merito, responsabilità e qualità torneranno a essere i pilastri delle università di tutto il Paese”. Parole che mostrano come l’amministrazione voglia presentare l’accordo come una vittoria politica da imitare.
Sul fronte della Cornell, invece, si mantiene un tono più misurato. Il presidente Kotlikoff ha ribadito che “l’autonomia accademica resta un valore fondamentale” e che l’intesa “non impone alcuna ingerenza nelle scelte didattiche o nelle assunzioni”. Tuttavia, tra professori e studenti emergono dubbi: alcuni temono che questa collaborazione possa portare a richieste sempre più stringenti su dati sensibili e libertà accademica.
Un precedente che può cambiare le regole del gioco
L’accordo tra Cornell University e l’amministrazione Trump potrebbe fare da modello per altre università che dipendono dai fondi federali. Negli ultimi anni, la trasparenza nelle ammissioni e la gestione dei finanziamenti pubblici sono diventati temi caldi nel dibattito nazionale. Esperti indipendenti suggeriscono che questo accordo potrebbe spingere altri atenei a trattare condizioni simili per evitare il blocco dei fondi.
Resta da vedere se la collaborazione tra università e governo porterà davvero vantaggi agli studenti e al settore agricolo, come sperano le parti coinvolte. Intanto, la Cornell si prepara a una fase di monitoraggio attento: i prossimi mesi saranno decisivi per capire l’impatto reale dell’intesa su ricerca, autonomia accademica e vita del campus.
