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Lavrov torna in scena: gli Stati Uniti sotto accusa per i test nucleari non dichiarati

Lavrov torna in scena: gli Stati Uniti sotto accusa per i test nucleari non dichiarati

Lavrov torna in scena: gli Stati Uniti sotto accusa per i test nucleari non dichiarati

Mosca, 8 novembre 2025 – Dopo giorni di silenzio che avevano acceso voci e sospetti, Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo, è tornato a farsi vedere in pubblico. La sua assenza, soprattutto mercoledì scorso quando non si è presentato a una seduta chiave del Consiglio di Sicurezza nazionale, aveva fatto scattare diverse ipotesi su possibili tensioni o addirittura un allontanamento dal governo.

Lavrov risponde alle parole di Trump sui test nucleari

Questa mattina, in una breve dichiarazione ripresa dall’agenzia Tass, Lavrov ha affrontato senza giri di parole le recenti affermazioni dell’ex presidente americano Donald Trump. Quest’ultimo, durante un comizio in Ohio, aveva lasciato intendere che gli Stati Uniti potrebbero tornare a effettuare test nucleari per “rafforzare la deterrenza”.

Mosca non ha ricevuto alcuna spiegazione da Washington, né tramite canali diplomatici, sulle parole di Trump riguardo alla ripresa dei test nucleari”, ha detto Lavrov con un tono deciso, senza però scendere nei dettagli. La sua risposta lascia intendere che, su questo fronte, il dialogo tra le due potenze resta congelato.

Le mosse di Putin e la strategia russa in cantiere

Lavrov ha poi ricordato le indicazioni date dal presidente Vladimir Putin durante la riunione del Consiglio di Sicurezza del 5 novembre. “Le istruzioni sono in fase di elaborazione”, ha spiegato, evitando però di svelare quali contromisure Mosca stia valutando. Fonti vicine al Cremlino riferiscono che l’incontro, durato oltre tre ore, si è concentrato proprio su come rispondere alle mosse degli Stati Uniti.

Non ci sono ancora conferme ufficiali sulle azioni che la Russia potrebbe intraprendere. Alcuni analisti militari, come Viktor Litovkin intervistato da Kommersant FM, ipotizzano un possibile rafforzamento della postura nucleare o nuove esercitazioni nei poligoni siberiani. “La Russia non può ignorare segnali del genere”, ha sottolineato Litovkin.

L’assenza di Lavrov e i sospetti nel Cremlino

La mancata partecipazione di Lavrov alla seduta del Consiglio ha fatto discutere anche tra i diplomatici occidentali. “Il silenzio del ministro è sembrato strano, soprattutto in un momento così teso”, ha raccontato una fonte europea a Mosca. Oggi, con la sua uscita pubblica, Lavrov sembra voler mettere a tacere le voci di isolamento o attriti interni.

A 74 anni, Lavrov è uno dei volti più noti della politica estera russa e guida il ministero dal 2004. Negli ultimi mesi però la sua presenza pubblica si è fatta più rarefatta, alimentando speculazioni su possibili cambiamenti ai vertici. Ieri un portavoce del Cremlino ha tagliato corto: “Non commentiamo le speculazioni”.

Il nodo nucleare tra Mosca e Washington

Il tema dei test nucleari resta uno dei più delicati nei rapporti tra Russia e Stati Uniti. L’ultimo grande accordo, il New START, scade nel 2026 e da mesi le trattative per il rinnovo sono ferme. La possibilità che Washington possa davvero riprendere i test – come suggerito da Trump – viene vista a Mosca come una minaccia diretta all’equilibrio strategico.

Siamo pronti a rispondere a ogni scenario”, ha confidato un funzionario del ministero degli Esteri russo a alanews.it. Ma al momento, la linea ufficiale è di prudenza: nessuna escalation annunciata, né segnali di distensione.

In attesa di sviluppi e di eventuali chiarimenti dagli Stati Uniti, la diplomazia russa procede con cautela. Solo il tempo dirà se le parole di Lavrov sono un semplice avvertimento o l’inizio di una nuova fase di tensione tra le due potenze nucleari.