Home » Cina riapre i rubinetti: fine del divieto di esportazione di metalli rari verso gli Stati Uniti

Cina riapre i rubinetti: fine del divieto di esportazione di metalli rari verso gli Stati Uniti

Cina riapre i rubinetti: fine del divieto di esportazione di metalli rari verso gli Stati Uniti

Cina riapre i rubinetti: fine del divieto di esportazione di metalli rari verso gli Stati Uniti

Pechino, 9 novembre 2025 – La Cina ha deciso di sospendere fino al 27 novembre 2026 il divieto di esportazione verso gli Stati Uniti di tre metalli rari: gallio, antimonio e germanio. La notizia, arrivata oggi dal ministero del Commercio cinese attraverso un comunicato diffuso in tarda mattinata, segna un’apertura nei rapporti tra Pechino e Washington dopo mesi di tensioni commerciali e tecnologiche.

Metalli strategici: il cuore dell’industria hi-tech

Il gallio, l’antimonio e il germanio sono materiali essenziali per la produzione di semiconduttori, fibre ottiche, pannelli solari e dispositivi elettronici avanzati. La Cina, che ne controlla oltre il 60% della produzione mondiale, aveva bloccato le esportazioni verso gli Stati Uniti nel luglio 2023, come risposta alle restrizioni americane sull’accesso cinese a tecnologie sensibili. Da allora, le aziende Usa, soprattutto nel settore dell’elettronica e della difesa, hanno segnalato sempre più difficoltà nel reperire questi materiali.

Il ministero cinese ha specificato che la sospensione resterà valida “fino al 27 novembre 2026”, senza però fornire dettagli su eventuali limiti o condizioni. Un funzionario del dicastero, contattato da alanews.it, ha spiegato che la misura arriva “in una fase di dialogo costruttivo tra le due amministrazioni”, ma ha evitato di entrare nei particolari delle trattative in corso.

Un segnale di distensione tra Pechino e Washington

La decisione arriva in un momento delicato per i rapporti tra Cina e Stati Uniti. Solo pochi giorni fa fonti diplomatiche avevano fatto trapelare l’ipotesi di un incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente americano Joe Biden, previsto durante il prossimo vertice APEC a San Francisco. In questo quadro, la sospensione delle restrizioni sulle esportazioni di metalli rari viene vista dagli esperti come un gesto di distensione, forse un passo verso nuovi negoziati più ampi.

Un analista del China Institute of International Studies, intervistato da alanews.it, ha commentato: “È una scelta pratica. La Cina vuole mostrare apertura al dialogo, ma mantiene comunque il controllo su queste leve strategiche”. Negli ultimi mesi, Pechino aveva già allentato alcune restrizioni su altri materiali critici, pur restando ferma sulle tecnologie più avanzate.

Che effetto avrà sulle industrie americane ed europee

Negli Stati Uniti, la notizia è stata accolta con prudenza dalle principali associazioni di settore. La Semiconductor Industry Association (SIA), in una nota diffusa nel primo pomeriggio, ha definito la riapertura delle forniture di gallio e germanio “un sollievo temporaneo” per il settore, ma ha ribadito l’importanza di “diversificare le fonti di approvvigionamento”. Anche in Europa, dove la dipendenza dalla Cina è alta – soprattutto in Germania e Paesi Bassi – si segue con attenzione l’evolversi della situazione.

Secondo dati della Commissione europea, oltre il 70% del gallio usato nell’Unione arriva dalla Cina. Bruxelles ha già avviato un piano nel 2024 per aumentare la produzione interna e stringere accordi con fornitori alternativi, come Australia e Canada. Tuttavia, come ha spiegato un funzionario della DG Grow (Mercato interno), “la filiera resta fragile e soggetta a colpi di scena nelle politiche commerciali cinesi”.

Futuro incerto: cosa aspettarsi

Resta da vedere se alla sospensione del divieto seguiranno nuove condizioni o limiti nelle quantità esportate. Per ora, il ministero cinese non ha detto nulla su eventuali licenze o controlli in più. Gli addetti ai lavori restano cauti: “Non è la prima volta che Pechino usa i metalli rari come leva nei negoziati”, ha ricordato un trader di Shanghai specializzato in materie prime tecnologiche.

Sui mercati internazionali dei metalli si sono viste leggere oscillazioni dei prezzi nelle ore subito dopo l’annuncio. Gli analisti prevedono una stabilizzazione a breve termine, ma non escludono nuove tensioni se i colloqui tra Cina e Stati Uniti dovessero arenarsi.

In sostanza, la decisione di Pechino segna una tregua nella guerra commerciale su questi materiali chiave. Ma, come sottolineano fonti diplomatiche a Washington, “la partita è ancora aperta”. Solo i prossimi mesi diranno se si tratta di una vera svolta o di una semplice pausa tattica.