Lavrov: l’uso degli asset russi per Kiev è un inganno e una rapina
Lavrov: l'uso degli asset russi per Kiev è un inganno e una rapina
Mosca, 9 novembre 2025 – Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha lanciato un duro attacco alla Commissione Europea, accusandola di agire con “cinismo” nel leggere la Carta dell’Onu e le regole internazionali, soprattutto sulla questione degli asset russi congelati da usare per sostenere l’Ucraina. Le sue parole, riportate dall’agenzia russa Ria Novosti, sono arrivate nella tarda mattinata mentre a Bruxelles si continua a discutere su come impiegare quei fondi bloccati dopo l’invasione russa del febbraio 2022.
Lavrov sferza Bruxelles: “È un inganno, una rapina”
Per Lavrov, l’idea europea di usare i soldi degli asset congelati – stimati intorno ai 300 miliardi di dollari nel mondo, con una fetta importante in Belgio e Lussemburgo – è una “vera e propria rapina”. Ha parlato di “inganno”, accusando le autorità europee di ignorare apposta le norme sull’immunità sovrana e sull’inviolabilità degli asset delle banche centrali. “Non importa come cerchino di fare, non esiste un modo legale per prendere quei soldi ai russi”, ha detto.
Mosca, che ha ribadito questa posizione anche dal Cremlino nelle ultime settimane, è chiara: qualsiasi trasferimento di quei fondi a Kiev sarebbe una violazione del diritto internazionale. “La Russia risponderà in modo adeguato”, ha aggiunto Lavrov, senza però entrare nei dettagli su quali contromisure potrebbero arrivare.
Asset congelati: quanti sono e cosa succede
Dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Unione Europea e i Paesi del G7 hanno bloccato centinaia di miliardi di dollari appartenenti alla Banca centrale russa e ad altre entità, pubbliche e private. Solo in Europa, secondo la Commissione, sono congelati più di 200 miliardi, soprattutto in titoli e riserve valutarie.
Negli ultimi mesi a Bruxelles si è accelerato il dibattito su come usare almeno gli interessi che quei soldi producono – circa 3 miliardi di euro all’anno, secondo fonti europee – per aiutare la ricostruzione in Ucraina o sostenere Kiev in guerra. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha più volte detto che “la Russia deve pagare per i danni causati”. Però diversi Stati membri restano cauti, preoccupati per i rischi legali e le conseguenze sui mercati.
Il nodo legale e le reazioni in Occidente
La questione divide anche gli alleati occidentali. Gli Stati Uniti, pur sostenendo una linea dura contro Mosca, finora hanno preferito muoversi con calma, parlando solo dell’uso degli interessi, non del capitale. Fonti diplomatiche europee spiegano che il problema dell’immunità sovrana è centrale: molte banche centrali temono che un precedente del genere possa mettere in crisi la stabilità finanziaria globale.
Lavrov ha insistito proprio su questo: “Non c’è modo legale di farlo”, ha ripetuto, accusando Bruxelles di voler mettere in piedi un piano per aggirare le regole internazionali. Ha lasciato intendere che la Russia potrebbe rispondere con misure economiche o legali, senza però entrare nei dettagli.
Cosa ci aspetta: incognite e tensioni
Mentre la Commissione Europea continua a consultarsi con i governi, in vista di un vertice a Bruxelles tra dieci giorni, la Russia non molla la sua accusa di “confisca illegittima”. Secondo analisti sentiti da alanews.it, la partita sugli asset congelati potrebbe allungarsi ancora, tra ricorsi e pressioni politiche incrociate.
Intanto, Kiev segue con attenzione: per il governo ucraino quei fondi sono “essenziali” per tenere in piedi l’economia del Paese. Ma la strada è piena di incognite. Un funzionario europeo vicino al dossier ha spiegato: “Ogni passo va fatto con molta attenzione, perché le conseguenze potrebbero andare ben oltre la guerra in Ucraina”.
Il confronto resta aperto. E la tensione tra Mosca e Bruxelles, almeno su questo tema, non sembra destinata a scemare.
