Sulle tracce di Pasolini: un viaggio tra parole e paesaggi
Sulle tracce di Pasolini: un viaggio tra parole e paesaggi
Roma, 9 novembre 2025 – Sono passati cinquant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, uno dei grandi scrittori, poeti e registi del Novecento. Oggi, Roma e tutta l’Italia guardano ancora ai luoghi che hanno segnato la sua vita e la sua arte. Proprio all’Idroscalo di Ostia, dove Pasolini venne ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, si trova ora un parco letterario a lui dedicato. Un piccolo angolo di memoria immerso nella riserva naturale Lipu, con un monumento realizzato dallo scultore Mario Rosati. Ogni anno, il 22 ottobre, in occasione della Giornata dei Parchi Letterari, qui si tengono letture e passeggiate per tenere vivo il ricordo del suo lavoro e della sua figura.
Pasolini a Roma: tra periferie e quartieri popolari
Roma fu per Pasolini una città da scoprire e allo stesso tempo una ferita aperta. Arrivato nel 1950 dalla sua Bologna e dal Friuli materno, si immerse nelle borgate e nei quartieri più poveri della capitale, quelli che diventeranno lo sfondo di romanzi come “Ragazzi di vita” e film come “Accattone”. Lui stesso definiva Roma “questa stupenda e misera città”, scegliendo come attori volti presi dalla gente comune. Nei bar del Pigneto, tra le strade polverose di Rebibbia o Pietralata, trovò storie e amicizie che segnarono la sua vita: da Attilio Bertolucci ad Alberto Moravia, da Elsa Morante a Dacia Maraini.
Oggi è possibile seguire percorsi guidati che ripercorrono i suoi passi: si parte da Campo de’ Fiori, si passa per l’Eur, la via Appia, Villa Borghese, fino al Tevere, al Quadraro dove girò “Mamma Roma” e al Parco dell’Appia Antica. Il tour tocca anche bar e ristoranti che frequentava con gli amici, tappe di una geografia affettiva che si intreccia con la memoria della città. Non mancano nemmeno le tracce più recenti: murales, sculture e installazioni, come “Hostia” di Nicola Verlato nella “Cappella Sistina” di Tor Pignattara, che rendono omaggio a una figura ancora centrale nel dibattito culturale.
Le case di Pasolini e il suo lascito culturale
Pasolini abitò in tre quartieri diversi di Roma: prima a Ponte Mammolo, poi dal 1954 a Monteverde (via Fonteiana 86 e via Carini 45), infine dal 1963 all’Eur in via Eufrate 9. In queste case costruì legami profondi, come quello con la famiglia Bertolucci. Oggi la città gli dedica anche l’app “Ppp Visionario”, una serie di eventi promossi da Roma Capitale che fino a dicembre attraversano poesia, cinema, teatro e impegno civile, seguendo un itinerario legato ai luoghi della sua visione.
Friuli: le radici e i primi passi
Prima di Roma, c’è il Friuli. Casarsa della Delizia, il paese della madre dove Pasolini trascorse infanzia ed estati, è ancora oggi meta di studiosi e appassionati. Qui si trova la casa materna, oggi sede del Centro Studi Pier Paolo Pasolini, che conserva i suoi primi disegni a china. La chiesetta di Santa Croce, restaurata dallo stesso Pasolini con l’aiuto dei ragazzi del paese, ospita una lapide che ricorda l’assedio dei Turchi nel 1499, un episodio che ispirò il suo dramma teatrale “I Turchi in Friuli”.
Non lontano, il borgo di Versuta fu il luogo dell’“Academiuta di lenga furlana”, un salotto letterario nato durante la guerra per valorizzare la lingua friulana. A San Giovanni di Casarsa si intrecciano invece ricordi politici: qui Pasolini attaccava manifesti scritti da lui stesso.
Emilia-Romagna e viaggi di formazione
Bologna resta un punto fermo: qui Pasolini studiò al liceo e all’università, e qui ha ambientato il suo ultimo film, “Salò o le 120 giornate di Sodoma”. La sua infanzia fu segnata da spostamenti continui – da Sacile a Conegliano, da Cremona a Reggio – seguendo i trasferimenti del padre. In Friuli insegnò a Valvasone e trovò ispirazione per romanzi come “Il sogno di una cosa”.
Il Sud e Matera: un set naturale
Il Sud Italia fu una vera rivelazione per Pasolini. Nel reportage “La lunga strada di sabbia” raccontò il viaggio lungo le coste italiane. Ma è soprattutto Matera a entrare nella sua opera: nel film “Il Vangelo secondo Matteo” la città lucana diventa Gerusalemme. I vicoli ciechi, le grotte e le scalinate di pietra creano il palcoscenico perfetto per la sua narrazione.
Un’eredità che resiste
A cinquant’anni dalla tragedia all’Idroscalo di Ostia, l’Italia continua a interrogarsi su memoria ed eredità di Pier Paolo Pasolini. Dai parchi letterari alle app, dai tour guidati alle opere di arte urbana, i luoghi della sua vita restano tappe fondamentali per chi vuole capire non solo l’uomo e l’artista, ma anche il Paese che ha raccontato senza filtri né retorica.
