L’Indonesia celebra l’ex presidente Suharto come eroe nazionale: un controverso riconoscimento
L'Indonesia celebra l'ex presidente Suharto come eroe nazionale: un controverso riconoscimento
Giacarta, 10 novembre 2025 – L’Indonesia ha appena inserito l’ex presidente Suharto tra i suoi “eroi nazionali”, in una cerimonia ufficiale che si è tenuta oggi nella capitale. Una scelta che ha subito acceso le proteste di attivisti e studiosi, da anni impegnati a denunciare le violazioni dei diritti umani avvenute durante il suo lungo regime militare. Il decreto è stato letto alle 9.30 dal segretario militare presidenziale, proprio nel giorno in cui il Paese celebra la Giornata degli eroi nazionali. A guidare l’evento è stato il presidente Prabowo Subianto, ex generale e genero dello stesso Suharto.
Suharto riconosciuto “eroe nazionale”: la cerimonia e il decreto
Nel salone principale del palazzo presidenziale, tra bandiere e uniformi, il segretario militare ha annunciato i nomi dei dieci nuovi eroi nazionali. Tra loro c’era quello di Suharto – morto nel 2008 dopo aver governato l’Indonesia per oltre trent’anni – una scelta che ha subito scatenato reazioni forti. Il presidente Prabowo Subianto, in abito scuro e cravatta rossa, ha consegnato le onorificenze ai familiari dei nuovi insigniti. “Riconosciamo il contributo di chi ha servito la patria”, ha detto senza entrare nel merito delle polemiche.
Proteste e critiche: il dibattito sulla figura di Suharto
La decisione di inserire Suharto tra gli eroi ha riacceso un dibattito mai sopito. Molti attivisti per i diritti umani hanno parlato di “insulto alle vittime della repressione”. Usman Hamid, direttore di Amnesty International Indonesia, ha commentato: “Celebrarlo vuol dire chiudere gli occhi di fronte a decenni di violenze, sparizioni forzate e censura”. Anche alcuni storici hanno espresso dubbi. Baskara Wardaya, dell’Università Sanata Dharma, ha ricordato che “non si può riscrivere la storia solo per interessi politici”.
Suharto: un passato tra crescita e repressione
Arrivato al potere nel 1967 dopo aver spodestato Sukarno, Suharto ha guidato l’Indonesia fino al 1998. Il suo governo ha portato a una forte crescita economica, ma è stato anche segnato da una dura repressione dell’opposizione. Secondo Human Rights Watch, nei primi anni del suo regime sarebbero state uccise tra le 500mila e un milione di persone sospettate di legami comunisti. Negli anni successivi, censura e corruzione sono diventate la norma. Nel 1998, dopo settimane di proteste studentesche e scontri a Giacarta, Suharto si è dimesso, lasciando il Paese in una profonda crisi.
Il governo difende la scelta: “Suharto ha stabilizzato l’Indonesia”
Il governo ha giustificato la decisione sottolineando il ruolo di Suharto nel riportare ordine dopo il caos degli anni Sessanta e nel far crescere l’economia. “Non possiamo ignorare i risultati ottenuti in termini di sviluppo”, ha detto il ministro della Cultura Hilmar Farid ai giornalisti. Tuttavia, nessuno ha risposto alle domande sulle responsabilità del regime rispetto ai diritti umani. La cerimonia si è chiusa senza alcun riferimento alle contestazioni.
Le voci dalla società civile: manifestazioni e social in fermento
Fuori dal palazzo presidenziale, una decina di manifestanti hanno mostrato cartelli con le foto delle vittime delle purghe anti-comuniste. “Non dimentichiamo”, recitava uno striscione bianco tenuto da tre giovani attivisti. Sui social network indonesiani, l’hashtag #BukanPahlawan (“Non un eroe”) è diventato virale fin dalle prime ore della mattina. Alcuni utenti hanno condiviso storie di familiari scomparsi negli anni Settanta e Ottanta.
Suharto, un’eredità che divide ancora il Paese
A quasi trent’anni dalla fine del suo regime, la figura di Suharto resta controversa in Indonesia. Per molti anziani è il leader che ha portato stabilità e crescita, mentre per i giovani e gli ambienti accademici rappresenta un passato da non celebrare. La scelta di oggi rischia di allargare questa frattura. “Serve una memoria condivisa”, ha detto la sociologa Yeni Rosa Damayanti, “ma non si può costruirla ignorando le ferite”.
In Indonesia, la discussione su chi meriti davvero il titolo di “eroe nazionale” è destinata a durare ancora a lungo.
