Trump contro la Bbc: l’accusa di ‘giornalisti corrotti’ scuote il mondo dei media
Trump contro la Bbc: l'accusa di 'giornalisti corrotti' scuote il mondo dei media
Londra, 10 novembre 2025 – Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti e candidato alle prossime elezioni, ha lanciato un’accusa pesante contro i vertici della BBC, sostenendo che avrebbero manipolato il suo discorso del 6 gennaio. Secondo Trump, alcuni dirigenti, tra cui il direttore generale Tim Davie, si sarebbero dimessi o sarebbero stati licenziati a causa dello scandalo. Le sue parole sono arrivate ieri sera, con un post su Truth Social, dove ha ringraziato il quotidiano britannico Telegraph per aver messo in luce la vicenda.
Trump punta il dito contro la BBC
Nel suo messaggio, Trump ha scritto: “I vertici della BBC, incluso Tim Davie, il capo, si sono dimessi o sono stati licenziati perché sorpresi a ‘manipolare’ il mio ottimo discorso del 6 gennaio. Grazie al Telegraph per aver smascherato questi ‘giornalisti’ corrotti”. Parole che hanno subito fatto scalpore, attirando l’attenzione dei media internazionali e scatenando un acceso dibattito politico sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna.
Secondo quanto riportato dal Telegraph – citato dallo stesso Trump – la presunta manipolazione riguarderebbe il modo in cui è stata coperta la giornata del 6 gennaio 2021, quando il Campidoglio fu assaltato. Tuttavia, non ci sono dettagli precisi su dimissioni o licenziamenti tra i vertici della BBC nelle ultime ore. L’emittente pubblica britannica, contattata dai giornalisti, non ha commentato ufficialmente.
Le accuse e le prime reazioni
Trump non si è fermato qui. Ha definito i giornalisti coinvolti “persone molto disoneste che hanno cercato di influenzare le elezioni presidenziali”. Ha poi sottolineato come la BBC sia “un Paese straniero, considerato da molti il nostro alleato numero uno”, lasciando intendere che questa interferenza potrebbe aver avuto effetti sulla democrazia americana.
Queste dichiarazioni arrivano in un momento delicato della campagna elettorale negli Stati Uniti. Negli ultimi mesi, Trump ha più volte criticato i media, sia nazionali che internazionali, accusandoli di parzialità e di voler condizionare l’opinione pubblica. Il riferimento diretto alla BBC, storica emittente pubblica britannica, ha scatenato reazioni contrastanti anche a Londra.
Fonti vicine alla BBC hanno fatto sapere che “non risultano dimissioni o licenziamenti tra i vertici nelle ultime settimane”. Dal quartier generale di Portland Place, invece, nessuna dichiarazione ufficiale. Un portavoce ha ribadito solo l’impegno dell’emittente “per una copertura imparziale e accurata degli eventi internazionali”.
Il ruolo del Telegraph e i fatti verificati
Il quotidiano Telegraph, ringraziato da Trump, non ha pubblicato inchieste recenti sulla presunta manipolazione del discorso del 6 gennaio da parte della BBC. Alanews.it ha verificato che non ci sono articoli recenti che colleghino dimissioni o licenziamenti di Tim Davie o altri dirigenti a questa vicenda.
Tim Davie, 57 anni, è direttore generale della BBC dal settembre 2020. Prima di questo incarico, ha ricoperto ruoli di vertice sia nell’emittente che nel settore privato. Al momento, secondo le informazioni ufficiali sul sito della BBC e dalle principali agenzie britanniche, Davie è ancora in carica.
Trump e i media stranieri: un rapporto sempre teso
Non è la prima volta che Trump attacca i media esteri. Durante il suo mandato ha spesso definito la stampa “nemica del popolo”, accusandola di diffondere notizie false o distorte. La BBC, in particolare, era finita nel mirino per la copertura delle elezioni americane e delle proteste del 2020-2021.
Questa nuova accusa si inserisce in un clima di tensione crescente tra la politica statunitense e i grandi gruppi mediatici internazionali. Per molti osservatori, le parole di Trump sono un modo per rafforzare la sua base più fedele, alimentando la sfiducia verso i media tradizionali.
Nessuna conferma sulle dimissioni
Al momento non ci sono conferme indipendenti sulle presunte dimissioni o licenziamenti ai vertici della BBC legati alla vicenda. Le principali testate britanniche – dal Guardian al Times fino al Financial Times – non riportano notizie in tal senso. Resta da capire se si tratta di una mossa comunicativa di Trump o se nelle prossime ore emergeranno nuovi elementi.
Intanto, la campagna elettorale americana continua tra polemiche e colpi di scena. E torna al centro del dibattito pubblico il rapporto sempre complesso tra politica e media internazionali.
