Ex sindaco condannato per il crollo di Accumoli dopo il terremoto
Ex sindaco condannato per il crollo di Accumoli dopo il terremoto
Roma, 12 novembre 2025 – Una sentenza che fa discutere quella emessa oggi dalla Corte d’Appello di Roma sul crollo del campanile di Accumoli, avvenuto il 24 agosto 2016 durante il terremoto che ha devastato il Centro Italia. I giudici hanno confermato l’assoluzione per Matteo Buzzi, direttore dei lavori, ma hanno condannato a otto mesi Stefano Petrucci, sindaco di Accumoli all’epoca dei fatti. Entrambi erano stati assolti in primo grado. Quel crollo costò la vita a quattro persone: l’intera famiglia Tuccio, madre, padre e due bambini piccoli.
Sentenza che divide: assolto Buzzi, condannato Petrucci
La mattina in tribunale è stata tesa. Poco dopo le 10.30, nell’aula della Corte d’Appello di Roma, parenti delle vittime e avvocati attendevano il verdetto. Dopo una breve camera di consiglio, la presidente ha letto il dispositivo: assoluzione confermata per Buzzi, mentre per Petrucci è arrivata la condanna a otto mesi, con sospensione della pena. Una decisione che cambia solo in parte quanto stabilito dal tribunale di Rieti nel 2022, quando entrambi erano stati assolti “perché il fatto non costituisce reato”.
Dai documenti emerge che il campanile della chiesa di Santa Maria della Misericordia è crollato alle 3.36 del mattino, schiacciando la casa della famiglia Tuccio in via Salaria Vecchia. Le indagini avevano messo in luce la mancata messa in sicurezza della struttura, già considerata fragile dopo il sisma dell’Aquila del 2009.
Le motivazioni della Corte e le reazioni
“All’uscita dall’aula, l’avvocato di Buzzi ha ribadito: ‘Abbiamo sempre sostenuto che il nostro assistito ha agito correttamente. La sentenza lo conferma: non ha responsabilità tecniche’”. Diverso il silenzio dell’ex sindaco Petrucci, che ha ascoltato il verdetto accanto al suo legale. “Prendiamo atto della decisione – ha detto il difensore – ma restiamo convinti che quella tragedia sia stata causata da un evento imprevedibile”.
Per la Corte, invece, Petrucci aveva “un obbligo di vigilanza e intervento” sulla sicurezza degli edifici pubblici, incluso il campanile. Un punto che pesa, soprattutto considerando le numerose segnalazioni arrivate negli anni prima del sisma. “Non si può parlare di fatalità – ha commentato una parte civile – quando si conoscevano le condizioni precarie della struttura”.
Il dolore di Accumoli e il ricordo delle vittime
Il crollo del campanile di Accumoli è rimasto un simbolo della fragilità degli edifici nei piccoli comuni dell’Appennino centrale. Quella notte, alle 3.36, una scossa di magnitudo 6.0 ha colpito con violenza la provincia di Rieti e i paesi vicini. La casa dei Tuccio, una famiglia originaria di Napoli trasferitasi da poco ad Accumoli, è stata travolta dalle macerie. I soccorsi sono arrivati poco dopo le quattro del mattino, ma per i quattro non c’è stato nulla da fare.
Secondo i dati della Protezione Civile, il terremoto del 2016 ha causato oltre 300 morti tra Lazio, Marche e Umbria. Ad Accumoli, il crollo del campanile è stato uno degli episodi più tragici. “Un dolore che non si dimentica”, ha ricordato oggi un vicino di casa dei Tuccio.
Il percorso giudiziario e i prossimi passi
Il processo è partito nel 2018, dopo una lunga perizia tecnica della Procura di Rieti. In primo grado, nel luglio 2022, sia Buzzi che Petrucci erano stati assolti. La Procura ha fatto ricorso solo per l’ex sindaco, sostenendo che non abbia preso le misure necessarie per la sicurezza pubblica.
Ora la condanna in appello apre nuovi scenari. “Valuteremo se andare in Cassazione”, ha detto il legale di Petrucci. Nel frattempo, ad Accumoli resta aperta la ferita di una tragedia che ha segnato la comunità. “La giustizia fa il suo corso – ha detto un parente delle vittime – ma nessuna sentenza potrà ridarci quello che abbiamo perso”.
