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Mobilitazione militare in Venezuela: il paese si prepara a un cambiamento decisivo

Mobilitazione militare in Venezuela: il paese si prepara a un cambiamento decisivo

Mobilitazione militare in Venezuela: il paese si prepara a un cambiamento decisivo

Caracas, 12 novembre 2025 – Da questa mattina, in Venezuela è scattata una vasta mobilitazione sotto il comando del Comando di difesa integrale. L’operazione ha coinvolto uomini e mezzi soprattutto negli Stati di Apure, Cojedes e nella capitale, Caracas. Il governo di Nicolás Maduro ha lanciato il cosiddetto Piano Independencia, una risposta diretta – secondo le autorità venezuelane – al recente arrivo di forze militari statunitensi nel Mar dei Caraibi. La notizia è stata diffusa nelle prime ore dalla televisione statale Vtv.

Mobilitazione in campo e obiettivi del governo

Ieri sera, il presidente Maduro ha parlato in diretta nazionale per spiegare cosa sta succedendo: “L’ordine è stato dato, tutte le forze sono mobilitate per difendere la nostra pace, la Repubblica, la nostra esistenza, il potere popolare, la vera democrazia. Vogliamo mantenere il nostro modello, senza doverci piegare a nessuno”. Le forze armate venezuelane hanno ricevuto il compito di controllare le infrastrutture strategiche: dalla rete elettrica agli impianti dell’acqua, passando per le riserve di gas e alimenti, le stazioni di servizio e i principali nodi dei trasporti in Apure. A quanto si apprende, all’operazione partecipano anche polizia e milizie popolari.

“Independencia 200”: la prova generale

L’intera mobilitazione fa parte dell’esercitazione chiamata “Independencia 200”, che coinvolge sia le forze regolari sia i civili. Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino López, ha detto chiaro e tondo: “Da stamattina, in tutto il Paese, si vedrà un popolo pronto a difendere questa patria fino alla morte”. Ha aggiunto: “Noi amiamo la pace, non vogliamo la guerra, né qui né altrove. Ma se qualcuno toccherà il Venezuela, ci troverà pronti”. Padrino López ha ribadito che il governo vede il recente spostamento delle navi americane come una minaccia alla sovranità nazionale e ha confermato il “rifiuto unanime contro l’aggressione imperialista Usa”.

Nuova legge per la difesa della nazione

Contemporaneamente, Maduro ha annunciato l’entrata in vigore della legge sul Comando per la difesa integrale della nazione. Illustrata ieri sera nel palazzo di Miraflores, la legge detta le linee guida per i comandi locali negli Stati federali. “Questa legge riprende la dottrina militare della difesa integrale, bolivariana e zamorana, e istituzionalizza la corresponsabilità di tutti i cittadini nella difesa della nazione”, ha spiegato il presidente, richiamandosi alla Costituzione del 1999, che affida a ogni venezuelano un ruolo attivo nella tutela della sovranità.

Tensioni con Washington e reazioni esterne

La tensione tra Venezuela e Stati Uniti resta alta. Secondo fonti venezuelane, nelle ultime settimane Washington ha rafforzato la sua presenza navale nei Caraibi con l’obiettivo di contrastare traffici illeciti nella regione. Caracas però interpreta queste mosse come una pressione politica in vista delle elezioni legislative. Finora, non ci sono conferme indipendenti su piani statunitensi specifici contro il Venezuela.

Tra le strade di Caracas: controlli e preoccupazioni

Nelle strade di Caracas e nei quartieri periferici – raccontano testimoni contattati da alanews.it – si vedono pattuglie miste di esercito e polizia, soprattutto intorno alle centrali elettriche e ai depositi alimentari. I posti di blocco sono comparsi già all’alba. “Non sappiamo bene cosa aspettarci – confida un commerciante del quartiere Catia – ma qui la gente sembra più preoccupata per i prezzi che per i soldati”. In altre zone della capitale, invece, si sono svolte manifestazioni spontanee a favore del governo.

Cosa aspettarsi nelle prossime settimane

Resta da capire se questa mobilitazione sia soprattutto un segnale rivolto all’interno del Paese o se stia preparando il terreno a un confronto più duro con gli Stati Uniti. Per ora, la priorità resta la difesa della sovranità e la protezione delle infrastrutture chiave. Ma il clima è teso. In Venezuela, tra blackout improvvisi e mancanza di beni essenziali, ogni nuova emergenza pesa sulla vita di tutti i giorni più delle manovre militari.