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Rivoluzione urbanistica: la Cassazione annulla l’interdittiva per Tancredi

Rivoluzione urbanistica: la Cassazione annulla l'interdittiva per Tancredi

Rivoluzione urbanistica: la Cassazione annulla l'interdittiva per Tancredi

Milano, 13 novembre 2025 – Ieri la Corte di Cassazione ha cancellato le misure interdittive che pesavano su Giancarlo Tancredi, ex assessore del Comune di Milano, su Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio, e su Federico Pella, manager coinvolto nella stessa vicenda. Dopo mesi di attesa e ricorsi, è arrivata questa svolta nell’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica milanese, che ad agosto aveva portato all’applicazione delle misure da parte del Tribunale del Riesame. I giudici più alti hanno accolto le richieste delle difese, annullando tutte le restrizioni per i tre.

Cassazione: perché sono cadute le misure

Dai documenti emerge che la Cassazione ha ritenuto che non ci fossero più le condizioni per mantenere le misure interdittive. I legali – tra cui l’avvocato Luca Ponti per Tancredi e Maria Grazia Rossi per Marinoni – hanno puntato tutto sulla ridefinizione dell’accusa: da corruzione “contraria ai doveri d’ufficio” a una versione “impropria”, con la contestazione della “vendita della funzione”. Una differenza tecnica, ma che ha fatto la differenza. La Suprema Corte, riunita in camera di consiglio, ha deciso di annullare senza rinviare, non condividendo la lettura dei fatti fatta dalla Procura milanese.

L’inchiesta sull’urbanistica e le misure di agosto

L’indagine, guidata dai pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, ha puntato i riflettori su alcune pratiche urbanistiche tra il 2022 e il 2023. Secondo gli investigatori, sarebbero emersi rapporti sospetti tra amministratori pubblici e privati interessati a progetti edilizi a Milano. Ad agosto, il Tribunale del Riesame aveva confermato l’impianto accusatorio, pur cambiando la qualificazione giuridica dei fatti. Da lì erano scattate le misure: sospensione dalle cariche pubbliche per Tancredi e Marinoni, divieto di esercitare la professione per Pella.

Le difese: “Era ora”

“È un risultato che aspettavamo da tempo”, ha detto l’avvocato Ponti uscendo dal Palazzaccio. “La Cassazione ha riconosciuto la fragilità dell’impianto accusatorio”, ha aggiunto Rossi, sottolineando come questa vicenda abbia pesato molto sulla vita personale e professionale dei suoi assistiti. In Comune la notizia si è sparsa velocemente tra i corridoi di Palazzo Marino. Nessun commento ufficiale dal sindaco Giuseppe Sala, che nei mesi scorsi aveva scelto di mantenere un profilo prudente: “Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso”, aveva detto a margine di una seduta consiliare.

Cosa succede ora nell’inchiesta

Con l’annullamento delle misure, la situazione processuale di Tancredi, Marinoni e Pella cambia parecchio. L’indagine della Procura resta aperta, ma la Cassazione ha smontato una parte importante dell’accusa. Fonti giudiziarie dicono che gli inquirenti stanno valutando se andare avanti con nuovi accertamenti o chiedere l’archiviazione su alcuni punti. Nel frattempo, i tre indagati potranno tornare a svolgere le loro attività, almeno formalmente, in attesa dei prossimi sviluppi.

Milano e la politica alle prese con l’urbanistica

Questa vicenda arriva in un momento delicato per la politica milanese. Il settore urbanistico è sotto pressione da mesi, con polemiche e richieste di maggiore chiarezza. L’opposizione in Consiglio comunale chiede spiegazioni sulle procedure degli ultimi anni. “Serve un cambio di passo nella gestione delle pratiche edilizie”, ha detto il consigliere Matteo Forte (Milano Popolare). Dal Partito Democratico, invece, si invita a non fare processi mediatici: “Aspettiamo i fatti”, ha sottolineato la capogruppo Elena Buscemi.

La strada davanti

Adesso la palla torna agli inquirenti. La decisione della Cassazione segna un punto importante nell’inchiesta sull’urbanistica milanese. Solo nei prossimi mesi si capirà se il fascicolo si allargherà o, come sperano le difese, si chiuderà definitivamente. Intanto, Tancredi, Marinoni e Pella tirano un sospiro di sollievo. Ma il dibattito sulla trasparenza nella gestione della cosa pubblica sotto la Madonnina resta più acceso che mai.