Ue indaga su Google: colpo ai contenuti media
Ue indaga su Google: colpo ai contenuti media
Bruxelles, 13 novembre 2025 – La Commissione europea ha aperto un’indagine formale contro Google, sospettata di aver violato la legge europea sui mercati digitali (DMA) penalizzando i contenuti degli editori di media nei risultati del suo motore di ricerca. La notizia è arrivata questa mattina con una nota ufficiale dell’esecutivo Ue, che ha spiegato i motivi e le possibili evoluzioni dell’inchiesta.
Google nel mirino dell’Unione europea
Da Bruxelles fanno sapere che l’indagine vuole capire se Google abbia effettivamente messo in atto pratiche che “abbassano” la visibilità dei contenuti prodotti da giornali, radio e tv europei, favorendo altre fonti. Un tema caldo da tempo, che preoccupa chi lavora nel settore dell’informazione e ha già acceso un acceso dibattito tra le associazioni di categoria. “Vogliamo un mercato digitale giusto e aperto”, ha detto un portavoce della Commissione, sottolineando che proteggere il pluralismo dell’informazione è uno degli obiettivi chiave della legge.
Come procederà l’indagine e cosa rischia Google
L’indagine, partita ufficialmente oggi, dovrebbe chiudersi entro un anno. Se emergeranno violazioni della DMA, la Commissione comunicherà le sue conclusioni preliminari alla società madre Alphabet e indicherà quali correzioni dovranno essere messe in campo per rispettare la legge. “Se serve – si legge nella nota – saranno applicate sanzioni proporzionate alla gravità delle infrazioni”. Le multe possono arrivare fino al 10% del fatturato mondiale di Google, che secondo gli ultimi dati pubblici supera i 25 miliardi di euro. Se ci saranno recidive, la sanzione può salire fino al 20%.
La legge europea che punta ai giganti del web
La Digital Markets Act è in vigore dal maggio 2023 e impone regole rigide alle grandi piattaforme online, chiamate “gatekeeper”, per garantire più concorrenza e trasparenza. Tra le norme principali c’è il divieto di favorire i propri servizi a discapito degli altri o di ridurre la visibilità dei contenuti altrui. “L’obiettivo è evitare abusi di posizione dominante”, ha ricordato Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione e responsabile della concorrenza, in una recente intervista. Il caso Google si inserisce in una serie di indagini simili aperte negli ultimi mesi contro i colossi del web.
La risposta degli editori europei
Gli editori europei hanno accolto la notizia con un cauto ottimismo, dopo anni in cui hanno denunciato pratiche discriminatorie da parte delle grandi piattaforme digitali. “È un passo importante per difendere il pluralismo e la qualità dell’informazione”, ha commentato Carlo De Benedetti, presidente del gruppo editoriale Domani. Anche l’Associazione europea degli editori ha espresso soddisfazione, chiedendo però che i tempi siano rapidi e le sanzioni efficaci in caso di violazioni.
Google risponde e guarda avanti
Da parte sua, Google ha assicurato la volontà di collaborare con le autorità europee. In una nota diffusa nel pomeriggio, il gruppo ha ribadito l’impegno “a garantire trasparenza e correttezza nei risultati di ricerca”, aggiungendo che “continuerà il dialogo con la Commissione per chiarire ogni punto sollevato dall’indagine”. Nei prossimi mesi, Alphabet dovrà fornire documenti dettagliati sulle sue pratiche e rispondere alle domande degli ispettori Ue. Solo allora si capirà se serviranno misure correttive.
Un precedente che vale una lezione
Non è la prima volta che la Commissione europea interviene sui giganti digitali. Nel 2017 Google era stata multata per oltre 2 miliardi di euro per abuso nel settore dello shopping online. Questa nuova indagine però riguarda da vicino il rapporto tra piattaforme e informazione, un campo delicato che segna il futuro dei media europei. Come sottolineano gli esperti, la strada sarà lunga e complessa. Per ora, si attendono le prossime mosse di Bruxelles e le eventuali contromosse del gigante californiano.
