L’arte culinaria giapponese in mostra a Milano: un viaggio tra sapori e anime
L'arte culinaria giapponese in mostra a Milano: un viaggio tra sapori e anime
Milano, 14 novembre 2025 – L’arte della cucina giapponese e il suo legame con il mondo degli anime sono protagonisti della mostra “Itadakimasu. Le storie nascoste della cucina degli Anime”, aperta allo Spazio Varesina 204 di Milano e visitabile fino al 4 aprile. Un viaggio che, grazie alle opere di grandi nomi come Hayao Miyazaki, Eiichiro Oda e Masashi Kishimoto, porta il pubblico a scoprire come il cibo diventi racconto, memoria e identità nella cultura nipponica.
Tra piatti e disegni animati: un viaggio nel gusto e nella fantasia
La mostra, curata dal food influencer Sam Nazionale (meglio conosciuto come @pranzoakonoha) insieme alla scrittrice Silvia Casini, è un progetto di Vertigo Syndrome che si snoda in nove sale a tema. Tra 16 video-ricette originali e 38 sculture realizzate con la tecnica dello shokuhin sampuru – quei famosi cibi di plastica che si vedono nelle vetrine dei ristoranti giapponesi – i visitatori si immergono in un’esperienza che va ben oltre la semplice mostra. “Non volevamo raccontare solo i piatti, ma anche le storie e i simboli dietro ogni ricetta”, ha detto Nazionale all’inaugurazione.
Dall’antica arte ukiyo-e ai poster dello Studio Ghibli
Tra le sale spiccano le 14 stampe ukiyo-e, le antiche xilografie che hanno influenzato generazioni di artisti, e una collezione di 22 poster originali dello Studio Ghibli. Accanto, si trovano 37 poster e 4 cartonati dedicati agli anime più amati. E non mancano le illustrazioni di artisti contemporanei come Loputyn e Blackbanshee, che reinterpretano in modo personale i piatti visti sullo schermo. “Il cibo negli anime non è mai solo un dettaglio decorativo”, ha spiegato Silvia Casini, “spesso è il motore della storia, un’occasione di incontro o di crescita per i personaggi”.
Dal Santuario di Inari al Banchetto dei Kami: tradizioni e magia
La mostra inizia con una sala dedicata al Santuario di Inari, divinità del raccolto e dell’agricoltura. Qui si spiega la differenza tra washoku (la cucina tradizionale giapponese) e yōshoku (i piatti occidentali adattati ai gusti locali a partire dall’epoca Meiji). Si passa poi alla sala Hanami, che celebra la fioritura dei ciliegi, e a quella dei bento, i classici portapranzo giapponesi. Tra tutorial interattivi, i visitatori possono provare a preparare gli onigiri, i “tako-wurstel” a forma di polpo e le “Bunny Apples”, mele intagliate a forma di coniglio.
Ramen e incanto: la magia de “La città incantata”
Un’intera sala è dedicata al ramen, la zuppa di noodle protagonista di tanti episodi anime. Poi si arriva a “Il Banchetto dei Kami”, ispirato alle scene famose di La città incantata di Miyazaki. “Abbiamo voluto ricreare l’atmosfera sospesa e quasi magica del film”, ha raccontato uno degli allestitori, mostrando le riproduzioni fedeli dei piatti del film. Si continua con l’estate giapponese, tra matsuri e street food, fino al Cafè con karaoke e alla sala dedicata al Natale secondo la tradizione nipponica.
Quando Oriente e Occidente si incontrano a tavola
L’ultima tappa riflette sul rapporto tra cucina giapponese e occidentale, un incontro che negli ultimi decenni ha portato a contaminazioni sempre più diffuse. “Il cibo è un linguaggio universale”, ha commentato Nazionale, “negli anime diventa spesso il modo più semplice per raccontare emozioni, legami familiari o la vita di tutti i giorni”.
Un’esperienza per grandi e piccini
Oltre alle opere, la mostra offre contenuti interattivi pensati per coinvolgere anche i più giovani: quiz digitali, postazioni per disegnare il proprio bento ideale e laboratori nei fine settimana. L’obiettivo, dicono gli organizzatori, è avvicinare il pubblico italiano non solo alla cucina giapponese, ma anche alla sua ricchezza culturale e simbolica.
“Itadakimasu”, che in giapponese vuol dire “ricevo con gratitudine” ed è la formula detta prima di ogni pasto, diventa così un invito a scoprire, attraverso gli anime, quanto il cibo possa essere racconto, memoria e ponte tra mondi diversi.
