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Petrolio in ascesa a New York: raggiunti i 59,79 dollari

Petrolio in ascesa a New York: raggiunti i 59,79 dollari

Petrolio in ascesa a New York: raggiunti i 59,79 dollari

New York, 14 novembre 2025 – Il prezzo del petrolio torna a salire, con il barile che oggi ha guadagnato l’1,87%, toccando i 59,79 dollari sul mercato di New York. Dietro questo movimento ci sono sia le tensioni geopolitiche in alcune zone chiave per la produzione, sia le attese degli investitori sulle prossime mosse della Federal Reserve.

Petrolio in rialzo: cosa c’è dietro il balzo

Fin dalle prime ore di oggi, Wall Street ha registrato un aumento costante del valore del greggio WTI. Alle 10:30 ora locale, il prezzo si è fermato a 59,79 dollari al barile, confermato sia da Bloomberg che da Reuters. A spiegare le ragioni è Edward Moya, analista senior di Oanda: “Il mercato prezza sia la possibilità che le scorte USA si riducano, sia le tensioni in Medio Oriente”. Negli ultimi giorni, infatti, sono stati segnalati diversi problemi a impianti petroliferi in Iraq e Libia. Solo ieri, a Bassora, una raffineria è stata ferma per ore a causa di un blackout improvviso.

Wall Street reagisce, ma il vero peso è sulle scorte USA

La notizia del rialzo ha subito mosso i titoli energetici a Wall Street. ExxonMobil e Chevron hanno aperto in positivo, e l’indice energetico dell’S&P 500 ha guadagnato lo 0,9% nelle prime ore di contrattazione. Secondo l’Energy Information Administration, le scorte americane sono scese di circa 2,1 milioni di barili nell’ultima settimana. Un calo più forte del previsto, come ha sottolineato Mark Zandi di Moody’s Analytics: “Ci aspettavamo una diminuzione più leggera. Questo, unito alle tensioni internazionali, ha spinto molti a rafforzare le loro posizioni sul petrolio”.

Prezzi in salita: effetti sulle economie e sulle tasche

L’aumento del prezzo del petrolio rischia di pesare anche sui consumatori. Negli Stati Uniti, il costo medio della benzina ha raggiunto i 3,19 dollari al gallone, secondo l’AAA. In Italia, le associazioni dei consumatori segnalano già rincari alla pompa nelle grandi città: a Milano e Roma, questa mattina, la benzina verde ha toccato i 1,89 euro al litro in alcune stazioni di servizio. “Siamo preoccupati per una nuova ondata di aumenti”, ha detto Furio Truzzi di Assoutenti. “Chiediamo al governo di tenere sotto controllo la situazione e di valutare misure temporanee per frenare i rincari”.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi

Gli esperti restano prudenti sulle previsioni. Un report di Goldman Sachs uscito ieri sera indica che il prezzo del greggio potrebbe restare sopra i 58 dollari almeno fino a gennaio 2026, a meno di imprevisti sul fronte internazionale. “Molto dipenderà dalle decisioni dell’OPEC+”, ha spiegato Helima Croft di RBC Capital Markets. Il prossimo incontro dell’organizzazione è fissato per il 27 novembre a Vienna, con sul tavolo possibili tagli alla produzione per sostenere i prezzi.

Geopolitica e Federal Reserve: due fattori chiave

Non è solo questione di domanda e offerta. Anche la politica monetaria americana pesa sul mercato. Gli investitori aspettano segnali dalla Federal Reserve su eventuali cambiamenti dei tassi d’interesse. “Un dollaro più debole potrebbe spingere ancora più in alto il prezzo del petrolio”, ha detto James Williams di WTRG Economics. Intanto, la situazione in Medio Oriente resta tesa: nelle ultime 24 ore si sono registrati nuovi scontri tra milizie in Siria e Yemen.

Un quadro in continuo movimento

Il rialzo del prezzo del petrolio a New York si muove in un quadro globale complicato, dove economia e geopolitica si intrecciano. “Il mercato è molto sensibile alle notizie”, ha ammesso un trader della NYMEX contattato alle 11:15 locali. Per ora, la soglia dei 60 dollari è vicina, ma non ancora superata. E come spesso succede, solo le prossime settimane diranno se questo è l’inizio di una tendenza stabile o solo un rimbalzo momentaneo.