Picasso: un viaggio tra memoria e desiderio nell’arte più intima
Picasso: un viaggio tra memoria e desiderio nell'arte più intima
Malaga, 14 novembre 2025 – «Per me nell’arte non esistono né passato né futuro… Se un’opera non riesce a vivere nel presente, non vale la pena di prenderla in considerazione.» Così parlava Pablo Picasso nel 1923, e con queste parole si apre la mostra “Picasso. Memoria e Desiderio”, allestita al Museo Picasso di Malaga fino al 12 aprile. Un percorso curato dal professore Eugenio Carmona che spinge chi visita a riflettere sulla trasformazione dell’artista spagnolo e sul suo confronto con i grandi nomi del Novecento, tra immagini, ricordi e la voglia di novità.
“Estudio con cabeza de yeso”: il cuore pulsante della mostra
Al centro della rassegna brilla “Estudio con cabeza de yeso” (1925), un dipinto che segna una svolta importante nella carriera di Picasso. Realizzato nell’estate del 1925 a Juan-les-Pins, il quadro prende spunto dal busto di gesso del padre dell’artista e diventa simbolo della rottura tra passato e presente. «La figura di gesso, che all’inizio richiama il padre e la tradizione accademica, si spezza e si trasforma, dando forma a un’ombra, a volti sdoppiati, che esprimono la divisione interiore del soggetto», ha raccontato Carmona durante la presentazione. Una vera e propria pittura dentro la pittura, dice il curatore: un gioco tra memoria e desiderio, intesi come spinta a cambiare continuamente.
Picasso nel 1925: tra crisi personale e rivoluzione artistica
Nel 1925 Picasso aveva 45 anni e si trovava in un momento di passaggio, sia nella vita privata che nell’arte. Da un lato la serenità familiare, dall’altro lo scontro con una nuova generazione di artisti – soprattutto i surrealisti – che lo vedevano come modello ma anche come rivale da superare. Il mondo intorno a lui cambiava in fretta: l’Europa era in fermento, con l’ascesa dei regimi totalitari e le nuove lotte sociali. «In questo clima», spiega Carmona, «Picasso sentiva il bisogno di rinnovarsi, di mettere a confronto la sua memoria per capire cosa significasse l’arte e come il soggetto moderno potesse trasformarsi senza sosta».
Un confronto serrato con i grandi del Novecento
La mostra mette in dialogo le opere di Picasso con quelle di artisti come Fernand Léger, Jean Cocteau, Man Ray e René Magritte. Non mancano le letture che Salvador Dalí e Federico García Lorca hanno dato proprio a “Estudio con cabeza de yeso”, opera che li ha segnati profondamente. Si parte da Giorgio De Chirico, che negli anni Venti aveva già riflettuto sul rapporto tra presente e passato. «Però», spiega Carmona all’ANSA, «mentre De Chirico racconta un mondo di figure immobili e simboli enigmatici, Picasso prende quel busto antico e lo trasforma in un segno potente di voglia di cambiamento, portando l’immagine in un territorio di conflitto e rottura rispetto al ‘ritorno all’ordine’».
Dalí, Lorca e oltre: le influenze e le rielaborazioni
Il percorso si arricchisce delle interpretazioni di Dalí, che ha legato il busto all’iconografia cristiana della decapitazione e lo ha usato come autoritratto nella sua ricerca surrealista. Federico García Lorca ha invece esplorato la doppia natura tra identità e arte, mentre Felice Casorati e Jean Metzinger hanno inserito il busto in ambienti domestici, trasformandoli in spazi di riflessione artistica. «Anche Cocteau, come Picasso, indaga la contraddizione tra il desiderio di cambiare e la forza del passato», aggiunge Carmona. L’artista diventa così un moderno Orfeo, in lotta con i suoi demoni interiori.
Letteratura, musica e grandi collaborazioni internazionali
Un’installazione speciale con i celebri disegni delle “costellazioni” di Picasso è accompagnata dalla voce del baritono Carlo Alvarez. Un omaggio all’anima letteraria che Picasso intrecciò con la sua arte, fino al racconto di Honoré de Balzac “La obra maestra desconocida”, dove l’artista spagnolo appare come un “maestro sconosciuto”, le cui opere si rivelano solo col tempo.
La mostra è stata possibile grazie alla collaborazione tra il Museo Picasso di Malaga, i Musei Picasso di Parigi e Barcellona, il Centro d’Arte Reina Sofia, il Centro Pompidou e la Fundació Gala-Salvador Dalí. Importante anche il sostegno della Fundación Unicaja, che ha finanziato l’iniziativa.
Un viaggio dentro la memoria viva dell’arte
“Picasso. Memoria e Desiderio” non è solo una mostra: è un viaggio nella memoria viva dell’arte del Novecento. Un invito a capire come ogni opera – se davvero viva – sappia parlare al presente, senza mai smettere di farci domande.
