Wall Street recupera terreno: perdite contenute per Dj e Nasdaq
Wall Street recupera terreno: perdite contenute per Dj e Nasdaq
New York, 14 novembre 2025 – Wall Street ha chiuso ieri riducendo le perdite, dopo una giornata che era iniziata in rosso e si è trascinata tra alti e bassi. Il Dow Jones ha perso l’1,16%, chiudendo a 46.908,92 punti. Il Nasdaq ha segnato un calo più contenuto, dello 0,47%, a 22.759,30 punti. Lo S&P 500 ha lasciato sul campo lo 0,57%, fermandosi a 6.698,40 punti. Gli investitori hanno tenuto d’occhio soprattutto i dati sull’economia e le parole della Federal Reserve, in un clima di incertezza che ha pesato su tutti i principali indici.
Inflazione e tassi: i motivi dietro la frenata di Wall Street
La giornata è partita con prudenza, spinta dai nuovi dati sull’inflazione negli Stati Uniti. Il Dipartimento del Lavoro ha comunicato che l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,4% rispetto al mese precedente, un dato un po’ più alto di quanto gli esperti si aspettassero. “Il mercato teme che la Fed resti più a lungo con una politica restrittiva”, ha detto Mark Evans, analista di Morgan Stanley, raggiunto subito dopo la chiusura.
A gettare benzina sul fuoco sono state anche le parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. Powell ha ribadito che “la battaglia contro l’inflazione non è finita” e che la banca centrale “interverrà se necessario”. Un messaggio che ha spento l’entusiasmo degli investitori, già preoccupati per possibili nuovi aumenti dei tassi di interesse.
Tecnologia in ripresa, industriali e finanza in difficoltà
Guardando ai singoli settori, i titoli tecnologici hanno tenuto meglio rispetto agli altri. Il Nasdaq ha limitato le perdite grazie a Microsoft e Nvidia, che hanno tenuto botta. Più pesante invece il calo per i titoli industriali e finanziari: il Dow Jones ha risentito delle vendite su nomi come Boeing e JPMorgan Chase.
“Abbiamo visto una corsa verso asset più sicuri”, ha spiegato Sarah Lin, trader di Goldman Sachs a New York. Secondo lei, molti investitori hanno preferito ridurre l’esposizione su azioni più volatili, spostandosi verso obbligazioni e titoli di Stato.
Mercati nervosi, cosa aspettarsi nelle prossime settimane
La volatilità resta alta. L’indice VIX, che misura le oscillazioni attese, è rimasto sopra quota 20 per quasi tutta la giornata. “Si sente molta tensione”, ha ammesso un gestore di fondi che ha chiesto di non essere nominato. Gli occhi sono puntati sui prossimi dati economici e sulle decisioni della Fed, attese per il mese prossimo.
Per alcuni analisti, la correzione vista ieri è solo una fase di assestamento dopo i forti rialzi della prima parte dell’anno. “Non è un crollo improvviso”, ha precisato John Miller di Barclays Research. “È un aggiustamento normale”.
Effetti in Europa: mercati in ribasso
Le turbolenze di Wall Street si sono fatte sentire anche in Europa. A Milano, il FTSE MIB ha chiuso in calo dello 0,8%. Francoforte e Parigi hanno perso rispettivamente lo 0,6% e lo 0,7%. Gli investitori europei seguono con attenzione l’evolversi della situazione negli Stati Uniti, consapevoli che eventuali nuove strette sui tassi potrebbero avere ripercussioni anche qui.
In sintesi, la giornata di ieri ha confermato quanto il clima sui mercati resti fragile. Tutti guardano alla Federal Reserve e ai prossimi dati sull’economia: solo allora si potrà capire se la correzione in corso durerà a lungo o se tornerà la fiducia. Per ora, a New York come nelle altre piazze finanziarie, la parola d’ordine è prudenza.
