Dazi Ue: l’export italiano in difficoltà tra sfide e opportunità
Dazi Ue: l'export italiano in difficoltà tra sfide e opportunità
Bruxelles, 16 novembre 2025 – I dazi dell’Unione Europea sulle esportazioni americane restano troppo alti, nonostante l’accordo raggiunto qualche mese fa. A dirlo senza giri di parole è stato Jamieson Greer, rappresentante al commercio e negoziatore degli Stati Uniti, in un’intervista uscita oggi sul Financial Times. Greer ha anche annunciato che sarà in Europa dal 19 al 22 novembre per una nuova tornata di trattative, con l’obiettivo di sbloccare una situazione che, secondo Washington, continua a penalizzare le aziende americane.
Dazi europei, il nodo ancora aperto
Per Greer, il problema dei dazi europei è uno degli ostacoli più grossi nei rapporti commerciali tra Usa e Ue. “Il commercio è sempre stato un punto dolente”, ha detto il negoziatore americano, sottolineando che l’Unione Europea mantiene “molte regole e barriere non tariffarie che bloccano le nostre esportazioni e riducono il nostro accesso al mercato”. Una posizione che riflette la crescente irritazione nella squadra di Washington per la lentezza con cui Bruxelles sta procedendo nella riduzione delle tariffe e nella semplificazione delle norme.
La frustrazione, raccontano fonti vicine ai negoziatori, si è fatta più evidente nelle ultime settimane. Gli Stati Uniti chiedono da tempo un taglio più deciso dei dazi su prodotti come auto, componenti elettronici e prodotti agricoli. Ma, secondo Greer, i progressi sono ancora troppo timidi.
Greer torna a Bruxelles per trattare
Il viaggio di Greer in Europa, tra il 19 e il 22 novembre, arriva in un momento fitto di incontri tecnici e politici. Fonti diplomatiche confermano che sono in programma colloqui con funzionari della Commissione Europea e con rappresentanti dei principali Paesi membri. L’obiettivo è chiaro: trovare un compromesso che riduca le tensioni e dia nuova spinta agli scambi commerciali.
Non è la prima volta che i dazi tornano al centro del confronto tra Washington e Bruxelles. Già lo scorso anno, dopo mesi di trattative, era stato firmato un accordo quadro per ridurre gradualmente alcune tariffe. Ma, secondo gli americani, le misure finora adottate non bastano per aprire davvero il mercato europeo.
La risposta europea tra prudenza e strategia
A Bruxelles, la posizione di Greer non stupisce. Fonti della Commissione fanno sapere che l’Ue resta disponibile al dialogo, ma ribadiscono la necessità di proteggere alcuni settori considerati strategici. “La riduzione dei dazi deve essere bilanciata e reciproca”, spiegano ambienti vicini al commissario al Commercio. Tradotto: nessuna apertura a senso unico.
Il quadro politico non aiuta. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa si inseriscono in una fase delicata, segnata dalle elezioni europee della scorsa primavera e dalla campagna elettorale americana ormai in pieno svolgimento. In questo clima, ogni concessione rischia di essere vista come un segnale di debolezza.
Dazi, le imprese americane in attesa
Per le aziende americane che esportano in Europa – dai produttori di soia dell’Iowa ai grandi nomi dell’automotive del Michigan – i dazi restano un costo importante. Secondo il Dipartimento al Commercio Usa, le esportazioni verso l’Ue nel 2024 hanno superato i 320 miliardi di dollari, ma la crescita ha rallentato proprio a causa delle barriere tariffarie e regolamentari.
Gli esperti dicono che le prossime settimane saranno decisive per capire se si può davvero arrivare a un cambio di passo. Greer, da parte sua, ha lasciato intendere che gli Stati Uniti sono pronti a valutare tutte le opzioni. “Serve più coraggio”, avrebbe confidato a margine dell’intervista. Solo così – forse – si potrà parlare davvero di una vera apertura tra i due più grandi blocchi commerciali del mondo.
