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Idf: pronte le operazioni di controllo oltre la Linea Gialla

Idf: pronte le operazioni di controllo oltre la Linea Gialla

Idf: pronte le operazioni di controllo oltre la Linea Gialla

Tel Aviv, 17 novembre 2025 – Il capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane (IDF), Eyal Zamir, ha detto questa mattina che l’esercito deve essere pronto a “prendere rapidamente il controllo operativo” nelle zone di Gaza che si trovano “oltre la Linea Gialla”, quel confine che segna la zona di sicurezza tra Israele e la Striscia. Le sue parole sono arrivate durante un incontro con i soldati schierati a Rafah, nel sud della Striscia, in un momento di forte tensione sul campo.

Israele spinge sull’acceleratore a Gaza

I principali media israeliani riportano che Zamir ha spiegato come le IDF “non molleranno fino a impedire il ritorno di Hamas”, sottolineando l’importanza di mantenere il controllo su “punti strategici e ingressi di Gaza”. Il generale ha rimarcato la linea dura adottata nelle ultime settimane, dopo che le operazioni nella regione si sono fatte più intense. “Il regime di Hamas non esisterà più dall’altra parte del confine. Anche se ci vorrà tempo”, ha detto Zamir ai soldati, secondo una nota diffusa dall’ufficio stampa militare.

Queste parole arrivano in un momento delicato: nelle ultime settimane, l’esercito israeliano ha rafforzato i presidi lungo i varchi principali della Striscia, soprattutto a Erez, Kerem Shalom e proprio a Rafah. Fonti militari parlano di circa 20mila uomini schierati tra il confine e le aree urbane più sensibili.

Stop alla ricostruzione di Hamas: la priorità

Secondo Zamir, avere il controllo sulle zone oltre la cosiddetta Linea Gialla è fondamentale per evitare che Hamas possa riorganizzarsi. “Dobbiamo essere pronti a muoverci in fretta”, ha confidato il generale ad alcuni ufficiali sul posto. L’obiettivo è chiaro: “bloccare ogni tentativo di ricostruire le strutture militari” del gruppo islamista, che, secondo Israele, ha ancora cellule attive soprattutto nei quartieri orientali di Gaza City e nelle campagne a sud.

Non è la prima volta che il comando delle IDF sottolinea l’importanza di un controllo capillare del territorio. Già a settembre, in un rapporto interno citato da Haaretz, si parlava di possibili “operazioni prolungate” per garantire la sicurezza lungo i confini e fermare infiltrazioni.

Rafah sotto pressione, mondo in allerta

A Rafah, dove Zamir ha incontrato le truppe intorno alle 9.30, la tensione si sente nell’aria. I residenti parlano di pattuglie continue e posti di blocco improvvisati sulle strade principali. Negli ultimi due giorni, secondo testimoni raccolti dalla stampa locale, si sono visti movimenti insoliti di mezzi blindati vicino al valico con l’Egitto.

A livello internazionale, le parole del capo delle IDF hanno scatenato reazioni diverse. Il governo egiziano ha ribadito l’importanza di evitare escalation che possano coinvolgere il proprio territorio. Dall’Europa, invece, fonti diplomatiche hanno espresso preoccupazione per il rischio che la crisi umanitaria nella Striscia peggiori ulteriormente.

Il futuro della Striscia tra dubbi e tensioni

Resta da vedere cosa succederà davvero con le nuove direttive di Zamir. Gli esperti avvertono che il controllo operativo oltre la Linea Gialla potrebbe tradursi in una presenza militare prolungata, con tutte le incognite che questo comporta per la popolazione civile e per gli equilibri nella regione.

“Non possiamo sbagliare un passo”, ha ammesso un ufficiale israeliano che ha voluto restare anonimo. “Ogni decisione qui avrà un impatto diretto sulla sicurezza dei nostri cittadini e sulla stabilità di tutta l’area”.

Al momento non ci sono dettagli sulle tempistiche o sulle modalità d’azione. Fonti vicine al comando centrale dicono però che l’esercito sta già preparando nuove misure di sicurezza ai principali ingressi della Striscia.

In attesa di sviluppi, Gaza resta in bilico tra tensione e speranza. Intanto, la gente comune continua a vivere ogni giorno con la paura di nuovi scontri e con le difficoltà di una vita sotto assedio.