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Clima: il Papa denuncia la mancanza di volontà politica nel cambiamento necessario

Clima: il Papa denuncia la mancanza di volontà politica nel cambiamento necessario

Clima: il Papa denuncia la mancanza di volontà politica nel cambiamento necessario

Roma, 18 novembre 2025 – Questa mattina, Papa Leone ha rivolto un appello chiaro e urgente alla comunità internazionale, attraverso un videomessaggio diffuso dalla Sala Stampa vaticana. Il Pontefice, parlando alle Chiese del Sud del mondo riunite nel Museo Amazzonico di Belém, ha denunciato la drammatica emergenza dei cambiamenti climatici e ha chiesto ai leader mondiali di reagire con più decisione: “Il creato sta gridando – ha detto – con inondazioni, siccità, tempeste e un caldo che non dà tregua”.

Il grido d’allarme per la responsabilità globale

Nel suo intervento, Papa Leone ha sottolineato che una persona su tre vive in condizioni di grande vulnerabilità a causa dei cambiamenti climatici. Un dato che, secondo lui, non si può ignorare senza mettere in gioco la “nostra comune umanità”. Parole che puntano dritto al cuore del problema: milioni di persone, soprattutto nelle aree più fragili del pianeta, stanno già pagando il prezzo di eventi estremi. “Per loro – ha spiegato – non si tratta di un pericolo lontano”.

Il Pontefice non ha risparmiato critiche alla mancanza di volontà politica. “Dobbiamo dircelo con onestà: non è l’Accordo di Parigi a fallire, siamo noi che stiamo fallendo nel rispondere. Quel che manca è la volontà di alcuni”, ha detto con tono netto. Un appello diretto ai governi e alle istituzioni internazionali, perché si muovano senza più indugi.

La finestra si chiude: l’urgenza della COP30

Il messaggio arriva in un momento decisivo: la COP30, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima, si è appena conclusa a Belém, in Brasile. Proprio qui, nel cuore dell’Amazzonia, cardinali e rappresentanti delle Chiese locali hanno raccontato la loro esperienza. “L’Amazzonia resta un simbolo vivo della creazione, che ha bisogno urgente di cure”, ha ricordato Leone, unendosi idealmente alla “voce profetica” dei suoi fratelli cardinali.

Il Papa ha ribadito che “si può ancora tenere l’aumento della temperatura globale sotto gli 1,5 gradi”, ma la finestra per agire si sta rapidamente chiudendo. I dati dell’IPCC parlano chiaro: superare questa soglia significa mettere a rischio la sicurezza alimentare, la salute e la stabilità delle società.

Serve azione vera e leadership concreta

Papa Leone ha insistito sulla necessità di “muoversi in fretta, con fede e coraggio, per proteggere il dono che Dio ci ha affidato”. Per lui, la vera leadership si misura nel saper servire e sostenere “in modo che cambi davvero le cose”. Non bastano le parole, servono fatti, politiche e investimenti concreti.

“Agire per il clima più seriamente significa costruire economie più forti e più giuste”, ha spiegato. Un’idea che rispecchia anche gli ultimi rapporti della Banca Mondiale, secondo cui passare a un’economia a basse emissioni può dare impulso alla crescita e ridurre le disuguaglianze.

Un appello globale dalla foresta amazzonica

Nel videomessaggio, il Papa ha invitato tutti – scienziati, leader politici, pastori di ogni fede – a camminare insieme. “Siamo custodi del Creato, non avversari che si contendono le sue risorse”, ha detto. L’obiettivo è lanciare un segnale chiaro nel mondo: “Nazioni unite da una solidarietà incrollabile, a sostegno dell’Accordo di Parigi e della collaborazione sul clima”.

Infine, Leone ha auspicato che il Museo Amazzonico di Belém venga ricordato come il luogo in cui “l’umanità ha scelto la cooperazione invece della divisione e del rifiuto”. Un desiderio che arriva mentre il dibattito internazionale sul clima resta acceso e le comunità più fragili attendono risposte concrete.

Le parole del Papa suonano come un monito: il tempo sta per scadere e la responsabilità è di tutti. Solo un impegno condiviso può invertire la rotta e assicurare un futuro sostenibile alle generazioni che verranno.