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Gli Stati Uniti smentiscono le voci di un attacco al Venezuela da Trinidad

Gli Stati Uniti smentiscono le voci di un attacco al Venezuela da Trinidad

Gli Stati Uniti smentiscono le voci di un attacco al Venezuela da Trinidad

Port of Spain, 18 novembre 2025 – Il governo di Trinidad e Tobago smentisce con fermezza qualsiasi coinvolgimento in operazioni militari contro il Venezuela, dopo che la presenza di un contingente di Marines statunitensi sull’isola ha fatto salire la tensione nella regione. “Gli Stati Uniti non hanno mai chiesto di usare il nostro territorio per attaccare il popolo venezuelano. Il nostro suolo non sarà mai una base per azioni contro il Venezuela”, ha detto ieri sera il primo ministro Kamla Persad-Bissessar, rispondendo alle domande dell’agenzia AFP. Una presa di posizione chiara, arrivata in un momento delicato per i rapporti tra i due Paesi caraibici.

Marines a pochi passi dal Venezuela: cresce la tensione

Da settimane, un gruppo di Marines americani sta conducendo esercitazioni militari a Trinidad e Tobago, a meno di 15 miglia nautiche dalla costa venezuelana. Secondo fonti del Pentagono, si tratta di manovre previste da tempo nell’ambito di un programma di cooperazione regionale. Ma la scelta del momento non è passata inosservata. La crisi interna in Venezuela è ancora aperta, e i rapporti tra Caracas e Washington sono ai minimi storici.

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha bollato le esercitazioni come “irresponsabili” e ha parlato apertamente di “minaccia” per la sicurezza del suo Paese. “La presenza militare statunitense nei Caraibi è una provocazione”, ha detto Maduro in un discorso trasmesso dalla tv di Stato VTV. Per lui, la vicinanza tra Trinidad e Tobago e la costa venezuelana rende la situazione “particolarmente delicata”.

Trinidad e Tobago in bilico tra alleati e vicini

Il governo di Port of Spain si è trovato così a dover chiarire la propria posizione, schiacciato tra la pressione degli Stati Uniti, suo storico alleato, e le preoccupazioni di Caracas. “Non permetteremo che il nostro territorio diventi una base per azioni ostili contro Paesi vicini”, ha ribadito Persad-Bissessar, che negli ultimi mesi ha mantenuto contatti regolari sia con Washington sia con le autorità venezuelane.

Fonti diplomatiche locali raccontano che la premier ha ottenuto rassicurazioni dal Dipartimento di Stato americano: le esercitazioni non prevedono attacchi né incursioni oltre confine. Ma il clima resta teso. Ieri pomeriggio, nei quartieri centrali di Port of Spain, piccoli gruppi di manifestanti hanno chiesto al governo più trasparenza sulle attività dei militari stranieri sull’isola.

Il rischio di un’escalation regionale

La questione va ben oltre i rapporti tra Trinidad e Tobago e Venezuela. Molti osservatori temono che la crescente presenza militare americana nei Caraibi possa alimentare nuove tensioni in un’area già segnata da crisi migratorie e instabilità politica. L’analista caraibico Rafael Torres, intervistato dalla radio locale 95FM, avverte: “La percezione di una minaccia esterna rischia di rafforzare la retorica antiamericana di Maduro”.

Intanto, l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) ha chiesto a tutti di abbassare i toni. In una nota diffusa ieri sera, l’OSA ha invitato a “moderazione” e “rispetto della sovranità nazionale”, sottolineando che la cooperazione regionale deve svolgersi “nel rispetto del diritto internazionale”.

Un’isola al crocevia di scelte difficili

Trinidad e Tobago, piccolo Stato insulare con poco più di un milione e mezzo di abitanti, vive da tempo una posizione geopolitica complicata. Da un lato, la storica alleanza con gli Stati Uniti; dall’altro, la vicinanza fisica e culturale con il Venezuela, da cui negli ultimi anni sono arrivati migliaia di migranti in fuga dalla crisi economica.

I dati del Ministero dell’Interno parlano chiaro: solo nel 2024 sono stati registrati oltre 12mila ingressi irregolari dal Venezuela. Un flusso che ha messo sotto pressione i servizi di accoglienza locali e acceso il dibattito politico.

Quel che resta da vedere

Al momento, non ci sono cambiamenti nelle attività dei Marines a Trinidad e Tobago. Il governo locale insiste che le esercitazioni sono “solo di addestramento”. Ma la situazione resta sotto stretta osservazione da parte delle diplomazie regionali e internazionali. Solo nelle prossime settimane capiremo se le rassicurazioni di Port of Spain basteranno a calmare gli animi o se la crisi rischia di allargarsi, superando i confini dei Caraibi.