La frattura tra ambiente e sociale: un’analisi di Pozzi (Eikon) sull’individualizzazione
La frattura tra ambiente e sociale: un'analisi di Pozzi (Eikon) sull'individualizzazione
Roma, 18 novembre 2025 – Cresce l’indifferenza verso la sostenibilità ambientale e si fa sempre più personale la percezione del benessere: è questo il quadro che emerge dalla ricerca “Salute, benessere e sostenibilità”, presentata oggi da Eikon Strategic Consulting Italia all’apertura della Social Sustainability Week al Palazzo dell’Informazione, nel cuore di Roma. A raccontare i dati, davanti a una platea di esperti e rappresentanti istituzionali, è stato il Ceo Enrico Pozzi, che non ha usato mezzi termini: “Si avverte un’indifferenza diffusa, una neutralità che si respira sia sul piano operativo che ideologico rispetto alla sostenibilità ambientale”.
Sostenibilità ambientale e sociale: un divorzio che pesa
Per Pozzi, questa “neutralità” nasce soprattutto da una spaccatura netta tra sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale. “Ci siamo chiesti da dove venisse questa indifferenza”, ha detto il manager, “e probabilmente il problema è che abbiamo separato troppo la sostenibilità ambientale da quella sociale. Inoltre, si è parlato così tanto di ambiente in modo astratto che la gente ha perso il legame con i problemi concreti di tutti i giorni”. Insomma, la narrazione pubblica si sarebbe persa in temi lontani dalla vita reale delle persone.
Parlare di uguaglianza e diritti: un compito difficile
Durante il suo intervento, Pozzi ha ricordato che la sostenibilità sociale è una questione complicata. Affrontare temi come uguaglianza, diritti, norme e procedure richiede uno sforzo che spesso le istituzioni evitano. “Sono argomenti complessi da cui molti preferiscono tirarsi indietro”, ha ammesso. Ma sono proprio questi aspetti, spesso messi in secondo piano nel dibattito, quelli che stanno al cuore della sostenibilità intesa come benessere per tutti.
Da un tema collettivo a una questione privata
Un altro punto centrale della ricerca riguarda la tendenza a una vera e propria “privatizzazione” della sostenibilità. Secondo Pozzi, senza un legame forte con la dimensione sociale, la sostenibilità si è spostata sempre più sul piano individuale: “Oggi si parla di sostenibilità soprattutto in relazione alla salute, al proprio corpo, alla propria vita personale”. Così la salute diventa il campo dove si gioca la partita della sostenibilità, mentre spariscono dal dibattito gli attori sociali: comunità, istituzioni, reti di solidarietà.
I numeri che raccontano percezioni e distanze
La ricerca di Eikon Strategic Consulting Italia si basa su un campione rappresentativo degli italiani. I dati mostrano che solo una minoranza collega davvero la sostenibilità ambientale con quella sociale. La maggior parte vede la sostenibilità come una questione privata, legata al benessere fisico o mentale. Un risultato che conferma quanto spiegato da Pozzi: “La salute diventa il luogo dove la sostenibilità perde il contatto con la dimensione sociale”.
Istituzioni chiamate a fare la loro parte
Nel dibattito che è seguito alla presentazione, diversi partecipanti hanno chiesto alle istituzioni di tornare a giocare un ruolo centrale, promuovendo una visione più unitaria della sostenibilità. “Non possiamo lasciare nessuno indietro”, ha detto una rappresentante del terzo settore presente in sala. Per molti, la vera sfida sarà ricostruire un ponte tra ambiente e sociale, restituendo al concetto di sostenibilità un significato collettivo, troppo spesso ridotto a slogan vuoti.
Un’occasione per riflettere insieme
La Social Sustainability Week, che va avanti fino al 22 novembre a Roma, continuerà con tavole rotonde e workshop sui temi del welfare, dell’inclusione e delle nuove povertà. L’obiettivo degli organizzatori è chiaro: riportare al centro del dibattito pubblico il legame tra benessere individuale e responsabilità collettiva. Un compito che – come ha ricordato Pozzi – richiede coraggio, ascolto e forse anche una nuova maniera di parlare di sostenibilità, senza dimenticare mai le persone.
