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Aumento del contributo ambientale: cosa significa per la gestione dei rifiuti?

Aumento del contributo ambientale: cosa significa per la gestione dei rifiuti?

Aumento del contributo ambientale: cosa significa per la gestione dei rifiuti?

Roma, 19 novembre 2025 – Dal prossimo 1° dicembre il Contributo Ambientale sugli oli minerali usati salirà da 9 a 14 centesimi al chilogrammo. La decisione è stata presa ieri dal Consiglio di Amministrazione del Conou, il consorzio nazionale che si occupa della raccolta e rigenerazione degli oli lubrificanti esausti, riunito nella sede di via Sabotino a Roma. Un aumento che arriva dopo mesi di tensione nel settore, con le quotazioni delle basi lubrificanti in caduta libera e una filiera costretta a rivedere i propri conti.

Aumento del contributo: perché è stato inevitabile

Il presidente del Consorzio, Riccardo Piunti, ha spiegato che l’incremento era necessario dopo “tre anni con il contributo ambientale ai livelli più bassi di sempre”. Si era partiti da 7 centesimi al chilo nel 2021, poi saliti a 9 centesimi da metà 2024. “Non potevamo fare altrimenti – ha detto Piunti – con un mercato che sta crollando così velocemente”. Da luglio, infatti, le quotazioni delle basi lubrificanti sono scese di circa il 20%. Un calo che ha stretto la catena del valore dell’intera filiera, rendendo, per il Consorzio, “impossibile evitare un aumento”.

Il contributo ambientale è la principale fonte per finanziare la raccolta e la rigenerazione degli oli esausti. Serve a coprire i costi di gestione e a garantire che il ciclo di recupero resti sostenibile anche quando il mercato va male. “Solo così – ha aggiunto Piunti – possiamo assicurare un servizio fondamentale per l’ambiente e la salute di tutti”.

Filiera sotto pressione: cosa cambia per le aziende

L’aumento impatterà tutta la filiera degli oli minerali usati: dai produttori agli operatori della raccolta, fino agli impianti di rigenerazione. In Italia, secondo i dati Conou, ogni anno si raccolgono circa 190mila tonnellate di olio lubrificante esausto. Un rifiuto pericoloso che, se non gestito bene, può provocare gravi danni all’ambiente.

Le aziende ora dovranno fare i conti con nuovi costi. Alcuni operatori, raggiunti da alanews.it, hanno mostrato preoccupazione per l’impatto sulle spese. “Se ne parlava da settimane – ha raccontato un responsabile di una società di raccolta in Lombardia – ma speravamo in un aumento più contenuto”. Altri, invece, sottolineano come questa mossa fosse ormai attesa, vista la crisi del mercato internazionale.

Basi rigenerate alla pari delle vergini: un cambio di passo

Una novità che emerge forte dalla decisione riguarda il valore delle basi lubrificanti rigenerate. Fino a qualche anno fa, queste venivano vendute a prezzi inferiori di circa il 10% rispetto alle basi vergini ottenute dal petrolio. Oggi, invece, secondo Piunti, “le basi rigenerate valgono quanto quelle vergini e hanno anche un valore aggiunto per il loro impatto ambientale”.

Il presidente attribuisce questo risultato alla “politica di qualità portata avanti dal Consorzio e dalle aziende della filiera”, dalla raccolta fino alla rigenerazione. “Il prodotto rigenerato – ha spiegato – oggi ha una qualità ambientale e prestazionale pari a quello derivato dal petrolio”. Un traguardo importante, frutto di investimenti e miglioramenti negli ultimi anni per alzare gli standard.

Prospettive e reazioni: il settore resta in bilico

Il nuovo contributo ambientale partirà dal 1° dicembre 2025. Nei prossimi giorni arriveranno comunicazioni ufficiali alle aziende e agli operatori coinvolti. Tra gli addetti ai lavori circolano dubbi sugli effetti a medio termine: c’è chi teme un aumento dei prezzi finali dei lubrificanti, chi invece vede nell’incremento un incentivo a migliorare la raccolta differenziata e il riciclo.

Il settore resta sotto stretto controllo. Il Consorzio assicura che continuerà a seguire l’andamento del mercato e ad aggiornare le strategie “per mantenere la sostenibilità economica e ambientale della filiera”. Una sfida che, almeno per ora, non sembra destinata a chiudersi.