Il caftano marocchino: un tesoro culturale da scoprire con l’Unesco
Il caftano marocchino: un tesoro culturale da scoprire con l'Unesco
Nuova Delhi, 19 novembre 2025 – Il caftano marocchino potrebbe presto entrare nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. L’Unesco si prepara a esaminare la candidatura di questo simbolo della tradizione marocchina durante la ventesima sessione del Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, in programma dall’8 al 13 dicembre nella capitale indiana. Un’occasione importante, in cui il Marocco punta a mettere sotto i riflettori una delle sue espressioni culturali più forti e radicate.
Il caftano marocchino sotto la lente dell’Unesco
Il dossier presentato dal Marocco – secondo fonti diplomatiche – è il frutto di un lavoro dettagliato che ripercorre la storia del caftano dalle sue origini medievali fino alle versioni contemporanee. Questo indumento, famoso per i suoi tessuti pregiati e le decorazioni ricche, nasce da un intreccio di culture: araba, amazigh (berbera) ed ebraica. “Il caftano è un simbolo di identità e continuità per molte famiglie marocchine”, ha spiegato una portavoce del Ministero della Cultura di Rabat.
Un patrimonio vivo tra artigianato e memoria
Il caftano non è solo un vestito. È la testimonianza di un mestiere tramandato da generazioni di artigiani e sarti, che da secoli mantengono vive tecniche e motivi decorativi. Nei laboratori di Fès, Rabat e Marrakech, mani esperte lavorano ancora con sete, broccati e fili d’oro. “Ogni caftano racconta una storia diversa”, racconta il sarto Abdellatif Benkirane, attivo da oltre quarant’anni nella medina di Fès. “C’è chi lo indossa per le nozze, chi per le feste religiose. È un modo per sentirsi parte di qualcosa che va oltre la moda”.
La sfida Unesco e i numeri del patrimonio immateriale
A Nuova Delhi, delegati da tutto il mondo si riuniranno per valutare nuove iscrizioni nella lista Unesco, che oggi conta 788 elementi provenienti da 150 Paesi. Tra questi ci sono tradizioni orali, arti performative, pratiche sociali, rituali ed eventi festivi. Il patrimonio culturale immateriale, secondo l’Unesco, comprende anche conoscenze e abilità considerate fondamentali dalle comunità. L’obiettivo è proteggere usi e saperi minacciati dalla globalizzazione o dal passare del tempo.
Un simbolo che supera i confini
Il caftano marocchino ha saputo adattarsi ai cambiamenti sociali e culturali senza perdere il suo valore simbolico. Oggi non si indossa solo in Marocco, ma anche nelle comunità della diaspora in Europa e Nord America. Le nuove generazioni lo reinterpretano, mescolando tradizione e modernità. “Vederlo riconosciuto dall’Unesco sarebbe un grande orgoglio per tutti noi”, dice la stilista Leila El Fassi, che lavora tra Casablanca e Parigi. “Significherebbe proteggere un’eredità che rischia di andare perduta”.
L’attesa per il verdetto finale
La decisione del Comitato Unesco è prevista entro la fine della sessione indiana, il 13 dicembre. Se la candidatura verrà accettata, il caftano marocchino si aggiungerà a una lista che comprende già la dieta mediterranea, il flamenco spagnolo e l’opera dei pupi siciliani. Per il Marocco sarebbe un altro riconoscimento internazionale, dopo quelli ottenuti negli ultimi anni per la calligrafia araba e l’arte della ceramica di Safi.
Nel frattempo, a Rabat e nelle principali città marocchine l’attesa cresce. Nei mercati storici aumentano le richieste di caftani su misura, mentre sui social si moltiplicano i messaggi di sostegno alla candidatura. “È un pezzo della nostra anima”, ha scritto una giovane su Instagram. Tra poche settimane si saprà se questa tradizione – fatta di stoffe preziose e gesti antichi – riceverà il sigillo dell’Unesco.
