Bundesbank: la Germania resta in stagnazione nel terzo trimestre
Bundesbank: la Germania resta in stagnazione nel terzo trimestre
Berlino, 20 novembre 2025 – L’economia tedesca resta bloccata. Nel terzo trimestre del 2025, infatti, continua la fase di stagnazione segnalata oggi dalla Bundesbank nel suo rapporto mensile. Secondo la banca centrale di Francoforte, la situazione non migliora: il rallentamento è legato soprattutto all’aumento dei dazi statunitensi e, in misura significativa, all’apprezzamento dell’euro sui mercati valutari. Un mix che pesa soprattutto sull’industria, il motore produttivo del Paese.
Industria tedesca in difficoltà: dazi e euro forte mettono sotto pressione
Nel dettaglio, la Bundesbank mette in luce una debolezza che persiste nell’industria tedesca. “Fatturato e produzione sono in calo”, si legge nel rapporto, mentre il clima per gli investimenti resta spento. Gli operatori del settore, riferisce la banca, segnalano margini più stretti e una domanda estera in frenata. A incidere pesantemente è la combinazione tra i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti e un euro più forte rispetto al dollaro, che rende i prodotti tedeschi meno competitivi all’estero.
Il settore automobilistico, da sempre la spina dorsale dell’economia tedesca, ha visto scendere le esportazioni verso il Nord America. “Le nostre commesse sono calate del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”, ha detto un portavoce della VDA, l’associazione dei costruttori tedeschi. Solo alcuni comparti, come chimica e farmaceutica, sono riusciti a tenere, grazie alla domanda interna.
Mercato del lavoro: occupazione stabile, ma salari sotto pressione
Sul fronte del lavoro, il quadro è più stabile. Il rapporto della Bundesbank parla di un calo minimo degli occupati, appena dello 0,1%, mentre il tasso di disoccupazione resta intorno al 6,3%. Un segnale che testimonia sia la resistenza del sistema produttivo, sia la prudenza delle imprese nel fare nuove assunzioni.
Intanto, sono in corso trattative per i salari che coinvolgono circa tre milioni di lavoratori. Gli aumenti previsti sono più contenuti rispetto agli anni scorsi: le richieste dei sindacati oscillano tra il 5% e il 7%, tornando ai livelli di prima della pandemia. “Non possiamo ignorare l’inflazione e la necessità di difendere il potere d’acquisto”, ha detto Jörg Hofmann, presidente di IG Metall. Dall’altra parte, però, le aziende frenano: “Ora la priorità è salvaguardare i posti di lavoro”, ha replicato un portavoce della BDI, la confederazione dell’industria.
Inflazione sotto controllo, ma consumi ancora timidi
L’inflazione in Germania si mantiene poco sopra il 2%, secondo i dati della Bundesbank. Un livello che da una parte tranquillizza sul fronte dei prezzi, ma dall’altra non basta a dare slancio ai consumi interni. Le famiglie tedesche, spiegano gli esperti, continuano a essere caute negli acquisti. “L’incertezza pesa sulle decisioni di spesa”, osserva l’economista Marcel Fratzscher del DIW Berlin.
I dati sulle vendite al dettaglio confermano questo andamento: nei primi nove mesi dell’anno la crescita è stata modesta, con un lieve calo nei settori dell’abbigliamento e dell’elettronica. Solo la grande distribuzione alimentare ha tenuto i livelli.
Che cosa ci aspetta nel quarto trimestre? Segnali deboli, ma qualche speranza
Guardando avanti, la Bundesbank prevede per il quarto trimestre un timido aumento dell’attività economica. Potrebbero stabilizzarsi le esportazioni e l’industria, anche se su livelli bassi rispetto agli anni passati. A dare una mano alla crescita ci sarà il settore dei servizi – turismo, logistica, consulenza.
“Ci aspettiamo qualche spinta dai servizi”, si legge nel rapporto di novembre. Ma gli esperti invitano a non abbassare la guardia: “La ripresa sarà lenta e piena di incognite”, avverte la Bundesbank. Tra i rischi più grandi ci sono le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e le incertezze legate alla politica monetaria della BCE.
In sintesi, la Germania è ancora in una fase di passaggio. La stagnazione non è alle spalle, ma qualche segnale lascia intravedere una possibile svolta nei prossimi mesi. Molto dipenderà dall’andamento dei mercati globali e dalla capacità delle imprese tedesche di adattarsi a un mondo sempre più competitivo.
