Centrodestra in azione: il pomeriggio decisivo per la manovra dopo il Cdm
Centrodestra in azione: il pomeriggio decisivo per la manovra dopo il Cdm
Roma, 20 novembre 2025 – I leader del centrodestra si ritroveranno nel tardo pomeriggio a Palazzo Chigi per fare il punto sulla manovra economica. L’appuntamento, a quanto si apprende da fonti parlamentari, è fissato intorno alle 18, subito dopo la seduta del Consiglio dei ministri delle 17, ancora da convocare ufficialmente. Una giornata intensa, con la legge di bilancio che domina l’agenda politica.
Manovra, il vertice che può decidere tutto
La riunione di oggi è un passaggio cruciale per il governo guidato da Giorgia Meloni, chiamato a mettere d’accordo le diverse posizioni emerse nelle ultime settimane. Sul tavolo ci sono i nodi più spinosi della legge di bilancio 2026: dalle aliquote fiscali al rinnovo dei contratti pubblici, passando per pensioni e sanità. La premier incontrerà i leader di Forza Italia e Lega, Antonio Tajani e Matteo Salvini, insieme ai capigruppo e ai ministri economici.
Non è la prima volta che il centrodestra si confronta a Palazzo Chigi su questi temi, ma l’appuntamento arriva in un momento delicato. La Commissione europea ha chiesto chiarimenti su alcune voci di spesa, mentre le opposizioni premono sui tagli previsti per enti locali e welfare. “Serve una manovra che unisca crescita e coesione sociale”, ha detto ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, lasciando capire che la trattativa è ancora aperta.
Fisco, pensioni e sanità: le priorità sul tavolo
Al centro del vertice ci saranno le misure fiscali, con l’ipotesi di confermare la flat tax incrementale per le partite IVA e di rivedere le detrazioni per i redditi medio-bassi. Le pensioni restano un tema caldo: la Lega spinge per una nuova versione di Quota 103, mentre Forza Italia vuole rafforzare le pensioni minime. Sulla sanità, invece, si discute di un aumento del Fondo sanitario nazionale, richiesta forte da parte delle Regioni.
Un esponente della maggioranza ha spiegato che “ci sono ancora margini per modificare alcune voci, ma bisogna fare i conti con le risorse disponibili”. L’atmosfera tra i partiti è ancora da definire: Salvini ha ribadito che “la Lega non voterà mai tagli alle pensioni”, mentre Tajani ha chiesto “più attenzione a famiglie e lavoratori autonomi”. Solo dopo il confronto di oggi si capirà se prevarrà la linea dell’equilibrio o quella delle bandiere di partito.
Consiglio dei ministri, il nodo finale e le prossime mosse
La giornata politica ruota intorno al Consiglio dei ministri delle 17, chiamato ad approvare il testo definitivo della manovra prima dell’invio in Parlamento. Ma la convocazione ufficiale non è ancora arrivata, segno che si lavora fino all’ultimo. “Stiamo cercando di chiudere un accordo condiviso”, ha spiegato una fonte di Palazzo Chigi, lasciando aperta la porta a possibili modifiche dell’ultimo minuto.
Dopo il vertice di maggioranza, la legge di bilancio dovrà passare al vaglio delle Camere. I tempi sono stretti: entro fine dicembre il Parlamento deve dare il via libera per evitare l’esercizio provvisorio. Nei corridoi di Montecitorio si respira una certa tensione. Molti deputati aspettano di conoscere i dettagli sulle misure che riguardano territori e categorie produttive.
Opposizioni e enti locali pronti alla battaglia
Dall’altra parte, le opposizioni hanno già annunciato battaglia. Il segretario del Partito Democratico, Elly Schlein, ha parlato di “una manovra che penalizza i più deboli”, mentre Giuseppe Conte (M5S) ha chiesto “più investimenti su scuola e sanità”. Anche i sindaci delle grandi città – da Roberto Gualtieri a Beppe Sala – hanno espresso preoccupazione per i possibili tagli ai trasferimenti.
In serata sono attese le prime dichiarazioni ufficiali dai leader di maggioranza. Solo allora si capirà se il vertice ha prodotto un’intesa o se serviranno nuovi incontri nei prossimi giorni. Intanto, l’attenzione resta alta su Palazzo Chigi, dove si gioca una partita decisiva per la legge di bilancio e, più in generale, per gli equilibri interni al centrodestra.
