Destra europea frena la missione del Parlamento sullo stato di diritto in Italia
Destra europea frena la missione del Parlamento sullo stato di diritto in Italia
Bruxelles, 20 novembre 2025 – Nella serata di ieri, durante la riunione della Conferenza dei capigruppo dell’Eurocamera, è stata presa una decisione che ha sorpreso molti: è stata cancellata una missione in Italia proposta dal gruppo di monitoraggio sullo stato di diritto della commissione Libertà civili del Parlamento europeo. Fonti parlamentari riferiscono ad ANSA che la proposta – attesa entro fine anno – è stata bocciata da una maggioranza formata da Popolari, Ecr, Patrioti ed Esn.
Tutti insieme contro la missione in Italia
A chiedere l’invio di una delegazione nel nostro Paese era stato il gruppo di monitoraggio sullo stato di diritto, un organismo interno alla commissione Libertà civili (LIBE). L’idea era chiara: “andare sul posto per verificare alcune questioni legate all’indipendenza della magistratura e alla libertà dei media”. Ma la proposta non ha passato il filtro della Conferenza dei capigruppo, l’organo che decide l’agenda del Parlamento europeo.
A votare no sono stati i rappresentanti dei Popolari europei (PPE), dei Conservatori e Riformisti (Ecr), del gruppo dei Patrioti e di Esn. Secondo chi ha seguito la discussione, questa maggioranza si è mostrata “decisa nel ritenere che in questa fase un intervento diretto in Italia non sia necessario”. Quindi, niente missione, almeno per ora.
Perché è saltata la missione
Dietro il no, spiegano alcuni eurodeputati presenti, c’è la voglia di “evitare tensioni istituzionali” con il governo italiano. “Non ci sono elementi che giustifichino un’ispezione urgente”, ha detto un membro del PPE. Stessa linea dai Patrioti e da Ecr, che hanno sottolineato come “l’Italia è già sotto la lente delle istituzioni europee e non ha bisogno di ulteriori pressioni”.
La proposta, dicono le stesse fonti, era partita da gruppi progressisti e liberali, preoccupati per “segnali critici” emersi negli ultimi mesi. Ma la maggioranza ha giudicato che “le informazioni a disposizione non bastano per organizzare una missione specifica”.
Reazioni e tensioni tra i gruppi
La decisione ha scatenato reazioni contrastanti. I sostenitori della missione hanno espresso “rammarico” per lo stop deciso dalla Conferenza dei capigruppo. “Un’occasione persa per approfondire la situazione italiana con spirito costruttivo”, ha detto un eurodeputato del gruppo S&D. Dall’altra parte, i contrari hanno ribadito che “il Parlamento europeo non può trasformarsi in uno strumento per fare pressione politica su singoli Stati”.
Intanto, alcuni osservatori notano che questa vicenda si inserisce in un clima già teso tra Bruxelles e Roma su più fronti, dalla gestione dei migranti alle riforme della giustizia. “Non è la prima volta che una missione viene bloccata per motivi politici”, ricorda un funzionario dell’Eurocamera.
Il precedente e cosa succederà
Non è la prima volta che una missione di monitoraggio viene cancellata o rimandata per i giochi politici interni all’Europarlamento. In passato, casi simili sono capitati con altri Paesi come Polonia e Ungheria. In quei casi, le missioni sono state poi riprogrammate dopo lunghe trattative.
Per l’Italia, almeno per ora, nessuna nuova data è stata fissata. Ma la questione potrebbe tornare presto sul tavolo, soprattutto se emergessero nuovi fatti o aumentasse la pressione politica. “La situazione resta sotto controllo”, assicura un portavoce della commissione LIBE.
Un messaggio chiaro
La cancellazione della missione viene letta da molti come un segnale politico netto: la maggioranza che guida oggi l’Europarlamento preferisce evitare scontri diretti con governi considerati alleati o interlocutori affidabili. Resta però il fatto che il tema dello stato di diritto in Italia continuerà a essere seguito con attenzione a Bruxelles – anche senza delegazioni ufficiali in arrivo nelle prossime settimane.
