Overpackaging: il nemico invisibile di efficienza e sostenibilità secondo DS Smith
Overpackaging: il nemico invisibile di efficienza e sostenibilità secondo DS Smith
Milano, 20 novembre 2025 – Quante volte, aprendo un pacco arrivato da un acquisto online, ci siamo ritrovati con una scatola enorme e tanta, troppa aria? È il fenomeno dell’overpackaging, un problema che, come spiega Paolo Marini, Managing Director South East Emea di DS Smith, pesa non poco sull’ambiente e sulle tasche di tutti. Marini ne ha parlato in una recente intervista, mettendo in luce come questo spreco sia diventato un’emergenza con l’esplosione dell’e-commerce negli ultimi anni.
Overpackaging: un peso invisibile sull’ambiente e sui costi
Marini lo dice chiaro: “Un imballo troppo grande non significa solo più rifiuti da smaltire. Ogni centimetro cubo di aria che si trasporta vuol dire container meno pieni, più viaggi e quindi più carburante bruciato”. Il conto? “Più emissioni di CO2 e spese extra in tutta la filiera”. Già nel 2018, uno studio di DS Smith con Forbes Insights mostrava un quadro chiaro: i pacchi spediti online erano vuoti per quasi la metà del loro volume. Molti negozi, ricorda Marini, usavano scatole anche il doppio più grandi rispetto al prodotto.
Le cifre sono da capogiro. Ogni anno, spostare aria e imballaggi inutili produce circa 122 milioni di tonnellate di CO2, pari alle emissioni di un Paese di dimensioni medie. E i costi? Si parlava già allora di uno spreco globale intorno ai 46 miliardi di euro all’anno. Dal 2018, però, l’e-commerce è più che raddoppiato: si è passati da 87 miliardi di pacchi spediti ogni anno a una stima di 200 miliardi nel 2025. Il problema, insomma, è diventato ancora più urgente.
Economia circolare e nuove idee per il packaging
Per affrontare questa sfida, DS Smith ha scelto di puntare sull’economia circolare. “Abbiamo creato strumenti come le Circular Design Metrics per capire quanto un imballaggio sia davvero efficiente e sostenibile in tutto il suo percorso”, spiega Marini. Questi strumenti aiutano a valutare e migliorare diversi aspetti: dal ridurre l’uso di materiali nuovi a limitare gli sprechi, fino a tagliare i costi del trasporto.
Sul campo, DS Smith cerca di usare meno materiale nuovo, preferendo quello riciclato e facilmente riciclabile. “Progettiamo scatole che usano solo quello che serve e che si possono riutilizzare o riciclare senza problemi”, aggiunge Marini. L’obiettivo è chiaro: spedire più prodotti usando meno spazio e meno viaggi, così da abbattere costi ed emissioni.
Fanfold: il packaging che si adatta e fa risparmiare
Un esempio concreto di questa filosofia è Fanfold, un sistema di imballaggio flessibile e innovativo. Si tratta di fogli continui di cartone che si tagliano e si piegano al momento, prendendo la forma giusta per ogni prodotto. Così si eliminano gli spazi vuoti dentro le scatole, si evita di usare materiali di riempimento inutili e si riducono volume e peso delle spedizioni.
Marini sottolinea: “Fanfold permette di fare confezioni su misura, tagliando gli sprechi, i costi e l’impatto sull’ambiente”. La soluzione ha già conquistato diversi operatori della logistica e dell’e-commerce in Europa, con risultati tangibili in termini di efficienza e rispetto per l’ambiente.
Il futuro del packaging è nella semplicità e nell’efficienza
L’e-commerce continua a crescere senza sosta. Solo nel 2024, dicono i dati, in Italia sono stati spediti oltre 1,2 miliardi di pacchi. Le aziende sentono sempre più forte la pressione di trovare modi più intelligenti e sostenibili per imballare e spedire. “Innovare nel packaging – conclude Marini – non è solo una questione di ambiente, ma anche di costi e logistica. Ridurre gli sprechi è l’unica strada per far crescere l’e-commerce senza danneggiare il pianeta”.
Per ora, mentre le nuove tecnologie faticano a diventare la norma, il tema dell’overpackaging resta al centro del dibattito tra aziende, consumatori e istituzioni. La sfida, tra efficienza e tutela dell’ambiente, è appena iniziata.
