Petrolio in ripresa a New York: prezzi salgono a 59,89 dollari
Petrolio in ripresa a New York: prezzi salgono a 59,89 dollari
New York, 20 novembre 2025 – Il prezzo del petrolio apre in rialzo a New York, guadagnando lo 0,76% e toccando quota 59,89 dollari al barile. Nelle prime battute della seduta americana, il mercato reagisce a una serie di fatti geopolitici e alle dinamiche che nelle ultime settimane hanno tenuto i mercati energetici internazionali sotto scacco.
Petrolio su, ma con molte incognite dietro il prezzo
Gli operatori della Borsa Mercantile di New York (Nymex) spiegano che il rialzo di oggi arriva in un clima di incertezza, alimentato sia dalle tensioni in alcune aree chiave per la produzione sia dalle attese sulla domanda globale. “La domanda da parte di alcuni Paesi asiatici è più forte del previsto, mentre le scorte americane sono calate più del previsto”, ha detto un analista di Goldman Sachs. I dati diffusi ieri dall’Energy Information Administration parlano di un calo di circa 2 milioni di barili nella settimana passata.
Il prezzo del greggio WTI – il riferimento statunitense – si avvicina così alla soglia psicologica dei 60 dollari. Per molti trader, questo è un livello da tenere d’occhio, un possibile punto di resistenza nelle prossime sedute. “Se la domanda dovesse continuare a salire e non arriveranno brutte sorprese dall’offerta, potremmo vedere altri rialzi”, ha commentato un broker di Wall Street poco dopo l’apertura.
Tensioni geopolitiche e OPEC, un mix che muove il mercato
A influire sui prezzi ci sono anche le notizie dal Medio Oriente. Negli ultimi giorni, fonti diplomatiche hanno parlato di nuove tensioni tra i membri dell’OPEC+ sui livelli di produzione per i prossimi mesi. L’Arabia Saudita avrebbe chiesto agli altri produttori di mantenere la disciplina per evitare un surplus che farebbe crollare i prezzi. “La situazione è molto delicata e ogni parola può cambiare gli equilibri”, ha ammesso un funzionario del Ministero dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti.
Non solo. Gli occhi degli investitori sono puntati anche su Venezuela e Libia, dove la produzione è spesso interrotta da problemi improvvisi. In questo gioco, il prezzo del petrolio reagisce spesso a notizie dell’ultimo minuto, come confermano diversi operatori sentiti da alanews.it.
Domanda globale: la spinta dalla Cina e l’inverno americano
Dal lato della domanda, i dati recenti dagli Stati Uniti e dalla Cina hanno dato una mano al petrolio. La crescita della produzione industriale cinese a ottobre ha superato le aspettative, rafforzando l’idea di un aumento dei consumi energetici in Asia-Pacifico. “La Cina è ancora il principale motore della domanda mondiale di petrolio”, ha ricordato ieri un portavoce dell’International Energy Agency (IEA).
Negli Usa, con l’inverno alle porte, cresce la richiesta di carburanti per il riscaldamento. Secondo il National Weather Service, le temperature nei prossimi giorni scenderanno sotto la media stagionale in diverse zone del Midwest e della costa est. Un fattore che, storicamente, spinge verso l’alto i prezzi del greggio.
Wall Street risponde: titoli energetici in crescita ma prudenza
L’apertura in rialzo del petrolio si è subito riflessa sui titoli energetici a Wall Street. ExxonMobil e Chevron hanno guadagnato tra lo 0,5% e l’1% nelle prime ore di contrattazioni. Ma gli investitori restano cauti. “Il mercato è molto sensibile a ogni notizia e basta poco per cambiare direzione”, ha osservato un gestore di fondi di New York.
Gli esperti mettono in guardia anche sul medio termine. L’incertezza sulle mosse delle banche centrali, in particolare della Federal Reserve, potrebbe frenare la domanda globale di energia. “Tassi più alti significano crescita più lenta e quindi meno consumi”, ha spiegato un economista di Morgan Stanley.
Il costo per il consumatore: carburanti più cari in vista
Per chi fa il pieno, il rialzo del petrolio si traduce spesso in prezzi più alti alla pompa. Secondo l’ultimo bollettino del Dipartimento dell’Energia Usa, la benzina negli Stati Uniti è salita in media a 3,12 dollari al gallone. In Italia, invece, il prezzo medio della verde si aggira intorno a 1,85 euro al litro, con differenze marcate tra Nord e Sud.
Solo nelle prossime settimane si capirà se la tendenza al rialzo continuerà o se prevarranno le spinte al ribasso, legate a eventuali rallentamenti economici o nuove decisioni dell’OPEC+. Intanto, a New York, il prezzo del petrolio continua a segnare il passo dei mercati mondiali ogni mattina.
