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Btp e Bund: il divario si attesta a 75,6 punti base

Btp e Bund: il divario si attesta a 75,6 punti base

Btp e Bund: il divario si attesta a 75,6 punti base

Roma, 21 novembre 2025 – Lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni chiude in rialzo a 75,9 punti base. Un dato che, pur lontano dai picchi degli ultimi anni, torna a far suonare un campanello d’allarme tra gli operatori finanziari e le istituzioni. Il rendimento del titolo di Stato italiano si porta al 3,47%, mentre quello del Bund tedesco si ferma al 2,7%. Dietro questo movimento, secondo gli analisti, ci sono sia le incertezze dei mercati internazionali sia le tensioni all’interno dell’Eurozona.

Spread Btp-Bund: la giornata in numeri

La giornata a Piazza Affari è partita con lo spread stabile intorno ai 74 punti, ma già a metà mattina, verso le 11, il differenziale ha cominciato a salire. “C’è stata una certa volatilità sui titoli di Stato europei”, racconta un trader di una banca d’investimento milanese. Il picco è stato toccato poco dopo le 15, con lo spread a quota 76,2, per poi chiudere sui 75,9 punti base.

Il rendimento del Btp decennale è salito rispetto al giorno prima, arrivando al 3,47%. Il Bund tedesco, considerato il punto di riferimento più sicuro per l’Eurozona, si è invece fermato al 2,7%. La differenza resta contenuta rispetto ai momenti di tensione passati – nel 2022 si era superata la soglia dei 200 punti – ma il Ministero dell’Economia segue tutto con molta attenzione.

Perché lo spread sale? Mercati nervosi e banche centrali sotto osservazione

Gli esperti spiegano che il rialzo dello spread Btp-Bund nasce da una serie di fattori. Da una parte ci sono le attese sulle prossime mosse della Banca Centrale Europea, che ha fatto capire di poter mettere in pausa il rialzo dei tassi. Dall’altra, pesano le tensioni geopolitiche e i dati economici deludenti che arrivano dalla Germania.

“Gli investitori cercano segnali chiari sulla direzione della politica monetaria”, dice un analista di Mediobanca. In questo clima, i titoli italiani sono visti come più rischiosi rispetto ai Bund, anche se il divario resta sotto controllo. Solo se dovessero arrivare scostamenti più forti, avvertano fonti di mercato, potrebbero scattare reazioni più decise.

Che effetto ha sull’economia e sulle famiglie?

Un aumento dello spread si traduce in un costo più alto per il debito pubblico italiano. Più sale il differenziale, più lo Stato deve spendere per finanziarsi. “Ogni punto in più pesa sul bilancio”, sottolinea un funzionario del Tesoro. Per ora, però, il livello non preoccupa: “Siamo ancora lontani dalle soglie critiche viste in passato”, rassicura la stessa fonte.

Per famiglie e imprese, il rischio vero è che questo aumento si trasferisca sui tassi di mutui e prestiti. Secondo i primi calcoli delle associazioni dei consumatori, un rialzo prolungato potrebbe far salire leggermente le rate nei prossimi mesi. Per ora, però, le banche non segnalano cambiamenti significativi nelle condizioni di finanziamento.

Le reazioni politiche: governo e opposizione in allerta

Il governo non ha rilasciato commenti ufficiali questa sera. Fonti vicine al Ministero dell’Economia hanno però ribadito la fiducia nella solidità dei conti pubblici italiani e nella capacità di gestire eventuali momenti di difficoltà. “Seguiamo la situazione con attenzione”, spiega un dirigente del dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti.

Dall’opposizione, invece, arrivano richieste di maggiore trasparenza sulle strategie per contenere il debito. “Serve una linea chiara per tranquillizzare i mercati”, afferma un esponente del Partito Democratico. Intanto, a Bruxelles si tiene d’occhio l’andamento dei differenziali tra i Paesi dell’Eurozona.

Cosa aspettarsi nei prossimi giorni

L’attenzione resta alta sui dati economici italiani ed europei in arrivo. Gli operatori puntano soprattutto sulle nuove stime su crescita e inflazione, oltre che sulle prossime mosse della BCE. Solo allora si capirà se il movimento di oggi dello spread Btp-Bund è un episodio isolato o l’inizio di una fase più incerta per i mercati obbligazionari europei.