Scoperta straordinaria: il sarcofago di Crispina svela i suoi segreti a Capri
Scoperta straordinaria: il sarcofago di Crispina svela i suoi segreti a Capri
Capri, 21 novembre 2025 – Questa mattina, nella sala consiliare del Comune, è stato siglato un accordo importante tra i Musei e Parchi Archeologici di Capri e la famiglia Ruocco. Al centro dell’intesa c’è il trasferimento e la futura esposizione del sarcofago romano attribuito a Crispina Brutia. Il pezzo, scolpito in marmo e datato al II secolo d.C., è uno dei reperti più preziosi della storia dell’isola, non solo per il suo valore artistico ma anche per la storia che lo accompagna da più di duecento anni.
Il ritorno di un simbolo: il sarcofago di Crispina Brutia
Il sarcofago fu ritrovato nel 1810, proprio dentro la chiesa di San Costanzo, nel cuore di Capri. All’epoca, la scoperta fece molto rumore: dentro la cassa di marmo si trovava il corpo di una donna vestita con abiti eleganti. La tradizione dell’Ottocento ha voluto vedere in quei resti la figura di Crispina Brutia, una giovane di nobile famiglia lucana e moglie dell’imperatore Commodo. Una storia affascinante, che però non ha ancora trovato conferme sicure nelle fonti antiche, ma che ha fatto sognare e immaginare a lungo gli abitanti dell’isola.
“Questo pezzo racconta non solo la storia romana, ma anche quella della nostra comunità,” spiega Giovanni Ruocco, che oggi custodisce il reperto. La famiglia Ruocco ha preso in carico il sarcofago dalla fine dell’Ottocento, quando fu portato all’Hotel Grotte Bleue, ormai scomparso. Da allora è rimasto di proprietà privata, conservato con grande cura e mostrato solo a pochi studiosi.
Un nuovo capitolo alla Certosa di San Giacomo
Il prossimo passo prevede che il sarcofago romano venga trasferito al Museo Archeologico della Certosa di San Giacomo. Qui gli esperti dell’Istituto lo sottoporranno a una prima verifica per valutarne lo stato di conservazione. Poi sarà inserito in un percorso espositivo dedicato alla presenza romana sull’isola. “È un passo decisivo per far conoscere e valorizzare il nostro patrimonio,” sottolinea Maria Esposito, direttrice dei Musei di Capri. “Vogliamo che questo reperto sia finalmente aperto al pubblico e agli studiosi.”
La Certosa di San Giacomo, fondata nel XIV secolo e oggi uno dei poli culturali più importanti di Capri, ospiterà il sarcofago in una sala appositamente allestita. L’idea è di inserire il reperto in un racconto che ricostruisca la storia di Capri durante l’età imperiale, con un occhio di riguardo alle figure femminili e alle dinamiche della corte romana.
Tra mito e realtà: la storia di Crispina Brutia
La vicenda di Crispina Brutia resta avvolta nel mistero. Sposata a diciotto anni con Commodo, secondo le fonti fu accusata di adulterio e confinata a Capri nel 182 d.C., dove morì in esilio. Ma gli studiosi moderni sono scettici sul fatto che i resti nel sarcofago siano davvero suoi. “Probabilmente appartenevano a una donna dell’aristocrazia locale,” spiega lo storico Luca De Santis. Eppure, la leggenda nata nell’Ottocento ha fatto di questo sarcofago un simbolo forte per l’isola.
Con il trasferimento del reperto si chiude un capitolo lungo oltre un secolo: la famiglia Ruocco lo ha custodito con dedizione, spesso lontano dai riflettori. “Abbiamo sempre sentito il peso di questa responsabilità,” confida Giovanni Ruocco. “Ma ora è giusto che il sarcofago diventi patrimonio di tutti.”
Capri rilancia: cultura accessibile e valorizzazione
L’accordo siglato oggi è un segnale concreto dell’impegno delle istituzioni locali nel proteggere e promuovere i beni culturali. Nei prossimi mesi partiranno i lavori di restauro e gli studi scientifici sul sarcofago, con la collaborazione dell’Università Federico II di Napoli. L’obiettivo è chiaro: conservare il reperto e far conoscere meglio la storia romana dell’isola.
“Capri deve riscoprire le sue radici,” conclude Maria Esposito. “Solo condividendo il nostro patrimonio possiamo costruire una memoria collettiva più solida.” Il sarcofago di Crispina Brutia, ora pronto a tornare sotto i riflettori, si prepara così a diventare uno dei simboli della cultura caprese nei prossimi anni.
