Starmer, Macron e Merz uniti in una telefonata urgente con Zelensky
Starmer, Macron e Merz uniti in una telefonata urgente con Zelensky
Londra, 21 novembre 2025 – Il primo ministro britannico Keir Starmer si prepara a una “chiamata urgente” con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente francese Emmanuel Macron e il leader tedesco Friedrich Merz prevista per questa sera. Al centro del confronto ci sarà il nuovo piano di pace americano. La notizia, diffusa da Bloomberg nel primo pomeriggio, arriva in un momento delicato per l’Europa e il mondo, con la guerra in Ucraina che continua a dominare le agende delle capitali più importanti.
Il piano americano che tiene tutti con il fiato sospeso
Fonti diplomatiche riportate da Bloomberg raccontano di una telefonata definita “urgente” dagli staff dei protagonisti, pensata per mettere a punto una posizione comune europea sul piano di pace proposto dagli Stati Uniti. I dettagli restano coperti, ma il documento è stato già presentato a Kiev e nelle principali cancellerie europee nei giorni scorsi. L’obiettivo di Washington è chiaro: trovare una via d’uscita negoziata al conflitto tra Russia e Ucraina, dopo più di tre anni di combattimenti e migliaia di morti tra civili e militari.
A Downing Street l’aria è tesa fin dal mattino. Chi lavora a stretto contatto con Starmer conferma che il premier “segue ogni passo da vicino”. Fonti del Foreign Office parlano di “un momento cruciale per la sicurezza in Europa”. La chiamata è attesa intorno alle 19, ora italiana, anche se l’orario potrebbe slittare a seconda degli impegni dei leader.
Londra, Parigi e Berlino: chi gioca la partita
Il fatto che Starmer, Macron e Merz siano direttamente coinvolti dimostra la voglia delle principali potenze europee di restare protagoniste nella gestione della crisi ucraina. Starmer, salito al governo a luglio dopo elezioni anticipate, ha più volte ribadito il sostegno “senza riserve” a Kiev. Solo due settimane fa, durante una visita a Varsavia, ha detto: “Non lasceremo sola l’Ucraina. L’Europa deve restare unita”.
Anche Emmanuel Macron ha espresso posizioni simili. Ieri, in un’intervista a France Inter, ha sottolineato che “qualsiasi piano di pace deve partire dal rispetto della sovranità ucraina”. Più cauta la Germania: Friedrich Merz, leader della CDU e cancelliere ad interim dopo le dimissioni di Olaf Scholz, ha chiesto “un confronto chiaro tra alleati” prima di prendere decisioni definitive.
Zelensky sotto pressione, tra richieste e dubbi
Al centro del gioco c’è sempre Volodymyr Zelensky, che negli ultimi tempi ha intensificato i contatti con i partner occidentali. Secondo fonti ucraine, il presidente ha chiesto “garanzie concrete” sulla sicurezza del Paese e sulla ricostruzione dopo la guerra. “Non accetteremo compromessi sulla nostra integrità territoriale”, avrebbe detto ieri sera durante una riunione con i vertici militari a Kiev.
La pressione su Zelensky cresce anche dentro l’Ucraina. Alcuni deputati della Rada chiedono più chiarezza sul piano americano, mentre l’opinione pubblica è divisa tra chi teme una pace al ribasso e chi spera in una tregua immediata per fermare le sofferenze.
Gli Stati Uniti vogliono spingere per una svolta
Il ruolo degli Stati Uniti resta centrale. Da Washington filtrano notizie su una serie di incontri riservati, durante i quali il segretario di Stato Antony Blinken ha illustrato le linee guida del piano a Londra, Parigi e Berlino. L’amministrazione americana punta a rafforzare il fronte occidentale e a evitare spaccature che indebolirebbero la posizione negoziale dell’Ucraina.
“Serve una risposta veloce e coordinata”, avrebbe detto Blinken ai colleghi europei. La Casa Bianca teme che un conflitto prolungato possa favorire la Russia e mettere in crisi l’area euro-atlantica.
Tutti gli occhi sulla chiamata
Mentre si attende il confronto tra Starmer, Zelensky, Macron e Merz, le diplomazie europee restano all’erta. A Bruxelles, funzionari della Commissione UE seguono con attenzione ogni passo: “Ogni passo verso la pace va guardato con realismo”, ha detto un portavoce nel primo pomeriggio.
Solo dopo la telefonata sarà chiaro se davvero c’è spazio per una svolta negoziale. Per ora, tra Downing Street e l’Eliseo, si respira prudenza. Ma chi lavora dietro le quinte sente che questa sera potrebbe segnare un momento chiave nella lunga crisi ucraina.
