Home » Aumento di 205 euro per i metalmeccanici: firmato il nuovo contratto collettivo

Aumento di 205 euro per i metalmeccanici: firmato il nuovo contratto collettivo

Aumento di 205 euro per i metalmeccanici: firmato il nuovo contratto collettivo

Aumento di 205 euro per i metalmeccanici: firmato il nuovo contratto collettivo

Milano, 22 novembre 2025 – Oggi a Milano è stato siglato il nuovo contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, un accordo che riguarda circa 1,5 milioni di lavoratori. I sindacati parlano di un aumento salariale di 205 euro sui minimi tabellari. L’intesa è nata dopo settimane di trattative serrate tra le sigle sindacali Fim, Fiom, Uilm e le associazioni datoriali Federmeccanica e Assistal. L’obiettivo dichiarato è chiaro: rafforzare i diritti e mettere in campo nuove tutele contro la precarietà.

205 euro in più e più tutele contro la precarietà

Al centro dell’accordo, come hanno spiegato i sindacati nella conferenza stampa di stamattina in via Pantano, c’è proprio l’aumento di 205 euro sui minimi contrattuali. La Fim-Cisl ha calcolato che si tratta del più grande incremento degli ultimi anni. Il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, ha rimarcato: “Questo risultato nasce dalla mobilitazione dei lavoratori e da una trattativa difficile, ma necessaria per fronteggiare l’aumento del costo della vita”.

Il contratto, valido fino al 2028, introduce anche diverse misure per combattere la precarietà. In particolare, si pongono nuovi limiti ai contratti a termine e alle somministrazioni. “Abbiamo ottenuto – ha spiegato Rocco Palombella della Uilm – clausole più forti per proteggere la stabilità del lavoro, soprattutto per i giovani e chi opera nei reparti più esposti”.

Impatto su aziende e lavoratori

Secondo le prime stime di Federmeccanica, il contratto interesserà circa 6.700 imprese del settore metalmeccanico e impiantistico. Le aziende dovranno adeguare i minimi salariali già da gennaio 2026. “È uno sforzo importante per il settore – ha ammesso il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin – ma necessario per mantenere coesione sociale e competitività dell’industria italiana”.

I lavoratori hanno accolto la notizia con soddisfazione. In alcune fabbriche lombarde, come la storica Magneti Marelli di Corbetta, si sono levati applausi spontanei all’annuncio. “Finalmente viene riconosciuto il valore del nostro lavoro”, ha detto un operaio alla fine del turno mattutino.

Le reazioni dai sindacati e dalle imprese

Le segreterie nazionali dei sindacati hanno parlato di “passo avanti concreto”. Dal lato datoriale, invece, si è sottolineata la necessità di “responsabilità reciproca” per affrontare le sfide future. “Non è stato facile trovare un equilibrio”, ha ammesso Roberto Benaglia della Fim-Cisl, “ma era fondamentale dare risposte certe in un momento così incerto per l’economia”.

Sui social, nelle prime ore del pomeriggio, sono arrivati messaggi di sostegno da parte di delegati e lavoratori. Qualcuno ha ricordato che l’ultimo rinnovo risale al 2021 e che da allora le condizioni nei reparti sono cambiate, soprattutto a causa dell’inflazione.

Welfare più forte e lotta alla precarietà

Un altro punto chiave dell’accordo riguarda il rafforzamento del welfare contrattuale. Sono previste migliori coperture sanitarie integrative e più assistenza per i familiari non autosufficienti. Inoltre, si amplia la possibilità di accedere a permessi retribuiti per motivi personali e familiari.

Sul tema della precarietà, i sindacati hanno insistito per regole più rigide sui contratti flessibili. “Non basta aumentare gli stipendi – ha detto De Palma – bisogna anche garantire stabilità e futuro a chi entra oggi nel mondo del lavoro”.

I prossimi passi e cosa ci aspetta

Nei prossimi giorni il testo completo del contratto sarà inviato alle rappresentanze aziendali per la ratifica definitiva. Le assemblee nei luoghi di lavoro sono già state convocate: a Torino, per esempio, la prima si terrà lunedì alle 8.30 nello stabilimento FCA di Mirafiori.

Il nuovo contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici è considerato da tutti una risposta concreta alle richieste dei lavoratori in un settore strategico per l’economia italiana. Ora resta da vedere come le aziende accoglieranno le nuove norme e quali effetti avrà l’intesa sul clima industriale nei prossimi mesi.