Capuano (Conai): la transizione ambientale è vista dalle imprese come un freno alla crescita
Capuano (Conai): la transizione ambientale è vista dalle imprese come un freno alla crescita
Milano, 22 novembre 2025 – La transizione ambientale continua a essere un vero scoglio per molte imprese italiane, che la vedono più come un ostacolo che come un’opportunità. Lo ha detto chiaramente questa mattina Ignazio Capuano, presidente di Conai, aprendo l’evento “Il futuro della sostenibilità tra sfide emergenti e transizione competitiva” a Milano. Un incontro che fin da subito ha acceso il dibattito su costi, risorse e prospettive del settore industriale davanti alle nuove sfide ambientali.
Transizione ambientale, imprese in bilico tra costi e speranze
“La transizione ambientale viene vista dalle imprese come un freno”, ha spiegato Capuano davanti a una platea fatta di imprenditori, rappresentanti delle istituzioni e studenti universitari. Per il presidente di Conai, il passaggio a modelli produttivi più sostenibili si somma a problemi già noti: “Il costo dell’energia, la scarsità di materiali critici** che non abbiamo”, ha detto, “ci mettono in una posizione di debolezza sul piano geopolitico”. Uno scenario che rischia di mettere in difficoltà soprattutto le piccole e medie aziende italiane sul fronte della competitività.
Capuano ha aggiunto che molte imprese, anche se dicono di voler essere sostenibili, “non riescono a farlo”. Perché? Dietro ci sono ostacoli sia strutturali che normativi, ma anche la mancanza di incentivi veri per chi investe nell’innovazione ambientale. “Molti si impegnano, ma poi non ce la fanno”, ha ribadito.
Materie prime seconde: il riciclo come carta vincente
Durante il suo intervento, Capuano ha indicato una possibile via: puntare sui materiali riciclati, le cosiddette “materie prime seconde”, per trasformare la transizione da un costo a una risorsa. “Un sistema che usa materie prime seconde aiuterebbe a tagliare le emissioni di CO2, a consumare meno energia e a mettere a disposizione più materiali”, ha spiegato.
I dati Conai parlano chiaro: in Italia il riciclo degli imballaggi ha superato il 73% nel 2024, con oltre 10 milioni di tonnellate di materiali recuperati. Numeri che collocano il nostro Paese ai primi posti in Europa per riciclo, ma che, secondo Capuano, possono ancora crescere. “Diffondere l’uso di materiali riciclati può essere una risposta concreta sia alle esigenze ambientali sia a quelle economiche delle imprese”, ha aggiunto.
Debolezza geopolitica: l’Italia troppo dipendente dall’estero
Il tema della disponibilità dei materiali critici è tornato spesso nel corso della mattinata. Capuano ha ricordato come l’Italia dipenda ancora molto dalle importazioni di materie prime strategiche, spesso provenienti da zone geopoliticamente instabili. “Questo ci mette in una posizione debole”, ha ammesso, sottolineando l’urgenza di rafforzare le filiere interne e investire in tecnologie per recuperare e riutilizzare i materiali.
Un punto condiviso anche dagli altri relatori. Secondo le prime stime diffuse dagli organizzatori, la domanda mondiale di materiali come litio, cobalto e terre rare crescerà del 30% entro il 2030. Una tendenza che rischia di aumentare la competizione internazionale e far lievitare i costi per le aziende italiane.
Sostenibilità: una sfida che può diventare un vantaggio
Nonostante le difficoltà, Capuano ha invitato a non perdere di vista il potenziale della sostenibilità come leva per rilanciare il sistema produttivo. “Non dobbiamo vedere la transizione ambientale solo come un costo”, ha detto. “Se riusciamo a valorizzare i materiali riciclati e a usare meglio le risorse, possiamo trasformare questa sfida in un vantaggio competitivo”.
L’evento proseguirà fino a domani al centro congressi di via Gattamelata, con tavole rotonde su innovazione tecnologica, economia circolare e politiche europee per la decarbonizzazione. In sala si respira un clima di attesa ma anche di cautela: molti imprenditori chiedono regole più chiare e incentivi mirati per affrontare la transizione senza perdere terreno sui mercati globali.
Il dibattito è aperto. Ma dalle parole di Capuano emerge un messaggio chiaro: solo puntando su riciclo, innovazione e collaborazione tra pubblico e privato si potrà superare l’attuale crisi e costruire un futuro sostenibile per l’industria italiana.
