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Rapimento di massa in Nigeria: 315 studenti cristiani in pericolo

Rapimento di massa in Nigeria: 315 studenti cristiani in pericolo

Rapimento di massa in Nigeria: 315 studenti cristiani in pericolo

Abuja, 22 novembre 2025 – Sono salite a 315 le persone rapite nella scuola cristiana St. Mary di Agwara, nel cuore della Nigeria centrale, durante un assalto avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 novembre. Il dato, aggiornato nelle ultime ore dall’Associazione cristiana della Nigeria, supera di quasi cento unità la prima stima diffusa ieri, che parlava di 227 ostaggi. Tra i sequestrati ci sono 303 studenti e 12 insegnanti, secondo i responsabili locali dell’organizzazione religiosa, che hanno fatto un nuovo conto dopo ore di confusione e paura.

Attacco nel cuore della notte, panico nella scuola

L’assalto è scattato poco dopo le 2 del mattino. Secondo i sopravvissuti, un gruppo armato ha fatto irruzione nel dormitorio della St. Mary School, alla periferia di Agwara, nello Stato del Niger. “Abbiamo sentito urla e colpi di pistola, poi ci hanno costretti a uscire”, ha raccontato una delle insegnanti scappate, raggiunta telefonicamente da alanews.it. La scuola, frequentata da bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni, era considerata un posto sicuro dalla comunità cristiana locale. Ma in pochi minuti tutto è precipitato.

Il bilancio cresce, tra incertezze e nuovi dati

Nelle ore subito dopo il sequestro, le autorità avevano parlato di 227 rapiti. Solo dopo aver ricontrollato registri scolastici e sentito i familiari, l’Associazione cristiana della Nigeria ha diffuso il nuovo dato: 315 ostaggi, quasi tutti gli studenti presenti quella notte. “Abbiamo contato uno a uno i letti vuoti e raccolto le segnalazioni delle famiglie”, ha spiegato padre Samuel Onaiyekan, portavoce locale. “La situazione è ancora confusa, ma ora abbiamo numeri più precisi”.

Come è andata: il sequestro in poche parole

Da quanto si sa finora, il commando – almeno venti uomini armati – ha agito rapidamente, approfittando della scarsa luce e dell’assenza di forze di sicurezza nella zona. I rapitori hanno radunato studenti e insegnanti nel cortile, poi li hanno fatti marciare verso la boscaglia vicina. Alcuni testimoni hanno sentito veicoli allontanarsi lungo la strada sterrata che porta al confine con lo Stato di Kebbi. “Non avevano divise né segni riconoscibili”, ha detto un abitante del villaggio vicino.

Le autorità si muovono, famiglie disperate

Il governo dello Stato del Niger ha mandato rinforzi militari ad Agwara già nelle prime ore del mattino. “Stiamo facendo tutto il possibile per trovare i rapiti e riportarli a casa”, ha detto il governatore Umaru Bago in una nota ai media locali. Sono arrivati anche funzionari federali e rappresentanti di organizzazioni umanitarie. Le famiglie si sono raccolte davanti alla scuola, in attesa di notizie. “Non sappiamo dove siano i nostri figli”, ha detto tra le lacrime Maryam Musa, madre di due ragazzi scomparsi.

Una piaga che non si ferma

Il rapimento di massa alla St. Mary School è solo l’ultimo episodio di una lunga serie nel nord e nel centro della Nigeria. Secondo l’UNICEF, nel 2024 sono stati oltre 1.100 gli studenti rapiti in attacchi simili. Le bande armate, spesso spinte da richieste di riscatto, colpiscono soprattutto scuole rurali e istituti religiosi, approfittando della debolezza delle forze di sicurezza locali. “È una piaga che sta distruggendo il futuro dei nostri ragazzi”, ha detto il presidente dell’Associazione cristiana nigeriana, Daniel Okoh.

Appelli da tutto il mondo, speranze in attesa di risposte

La notizia del sequestro ha suscitato reazioni anche fuori dalla Nigeria. L’Unione Africana ha chiesto il rilascio immediato degli ostaggi, mentre l’Unicef ha espresso “profonda preoccupazione” per la sorte dei bambini coinvolti. Al momento non sono arrivate rivendicazioni ufficiali né richieste di riscatto. Le ricerche continuano senza sosta nei villaggi e nelle foreste intorno ad Agwara, mentre la comunità resta sospesa tra paura e speranza. “Solo quando li rivedremo potremo tornare a respirare”, ha sussurrato un padre davanti ai cancelli vuoti della scuola.