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Rifiuti: il valore economico sul territorio raggiunge i 780 milioni di euro in un anno

Rifiuti: il valore economico sul territorio raggiunge i 780 milioni di euro in un anno

Rifiuti: il valore economico sul territorio raggiunge i 780 milioni di euro in un anno

Milano, 22 novembre 2025 – Il Consorzio nazionale imballaggi (Conai) ha fatto il punto oggi, alla Borsa di Milano, durante l’evento “Il futuro della sostenibilità tra sfide emergenti e transizione competitiva”, organizzato insieme al Corriere della Sera. A prendere la parola è stata Simona Fontana, direttore generale del Consorzio, che ha messo in luce i risultati economici e ambientali ottenuti nel 2024. Nel corso dell’anno, infatti, sono stati messi a disposizione oltre 780 milioni di euro in tutta Italia per sostenere la raccolta differenziata e il riciclo.

Oltre 780 milioni di euro per Comuni e riciclo

Fontana ha spiegato che la maggior parte dei fondi, pari a 780 milioni di euro, è andata direttamente a enti locali e pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di potenziare la raccolta differenziata. Una cifra importante, che si traduce in benefici concreti per i territori e le comunità. Altri 20 milioni di euro sono stati destinati alle piattaforme che si occupano di ritiro, riparazione e rigenerazione degli imballaggi commerciali e industriali. A questo si aggiungono 520 milioni di euro investiti nelle attività di riciclo e recupero dei materiali di imballaggio, a conferma della spinta del Consorzio a rafforzare tutta la filiera.

L’impatto sull’economia e il lavoro

Ma i numeri non finiscono qui. “L’effetto indiretto e indotto sull’economia italiana – ha detto Fontana – supera i 3,8 miliardi di euro in un solo anno, con un impatto sul Pil di circa 2 miliardi di euro”. Un segnale chiaro della solidità del sistema italiano nella gestione degli imballaggi. Oggi la filiera dà lavoro a circa 25mila persone. “È un settore che cresce grazie a una collaborazione stretta tra Conai, consorzi di filiera, imprese e istituzioni”, ha aggiunto il direttore generale.

Un modello di collaborazione pubblico-privato

Secondo Fontana, il successo italiano si basa su una vera e propria “collaborazione sistemica” tra tutti i soggetti coinvolti: dai consorzi di filiera alle imprese, fino alle istituzioni, sia nazionali che locali. Grazie a questo lavoro congiunto, nel 2024 è stato riciclato oltre il 76,7% degli imballaggi usati nelle case e nelle aziende italiane. Un risultato che mette l’Italia tra i Paesi europei più avanzati nell’economia circolare.

Le sfide della transizione e la sostenibilità

Non mancano però le sfide. Fontana ha sottolineato l’importanza di rafforzare il legame tra transizione ecologica e sostenibilità, sia sociale che economica, per le imprese. “Siamo in una fase di cambiamento decisivo – ha spiegato – e servono regole più chiare e orientate ai risultati”. Nel settore degli imballaggi si è già lavorato molto su riduzione, riuso e riciclo. Ora, ha aggiunto, è il momento di puntare con forza sull’uso di materiali riciclati, per sostituire quelli nuovi.

Attenzione alla concorrenza sleale

La direttrice generale ha anche lanciato un monito contro pratiche commerciali scorrette. “La competizione al ribasso – ha detto – rischia di mettere a rischio tutto il lavoro fatto dalla manifattura italiana e dalle filiere del riciclo negli ultimi 27 anni”. Per questo, il Consorzio chiede regole più rigide e promuove l’uso di materiali riciclati come strumento per evitare concorrenza sleale.

Un futuro di responsabilità condivisa

L’incontro si è chiuso con un appello alla responsabilità comune. “Solo lavorando insieme, pubblico e privato – ha concluso Fontana – potremo consolidare i risultati e affrontare le nuove sfide della sostenibilità”. Il sistema italiano degli imballaggi resta così un modello in movimento, pronto a rispondere alle esigenze ambientali senza perdere di vista l’impatto economico e sociale sulle comunità.