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Donzelli propone una riforma elettorale per garantire stabilità politica

Donzelli propone una riforma elettorale per garantire stabilità politica

Donzelli propone una riforma elettorale per garantire stabilità politica

Roma, 24 novembre 2025 – Se oggi si tornasse al voto, la stabilità politica che sembra caratterizzare l’Italia non sarebbe affatto garantita. Lo ha detto chiaramente Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile organizzazione del partito, intervenuto ieri sera a La7 per commentare i risultati delle ultime elezioni regionali. Un passaggio che, secondo Donzelli, apre la strada a una riflessione urgente sulla legge elettorale: “Non esistono verità assolute – ha spiegato – ma serve stabilità”.

Stabilità e legge elettorale: il nodo da sciogliere

Il tema della stabilità è tornato prepotente nel dibattito politico, subito dopo la chiusura delle urne nelle sei regioni chiamate al voto. Donzelli, figura di spicco nella maggioranza, ha rimarcato come l’attuale situazione sia il risultato di un “ottimo governo” e di un sistema istituzionale che, almeno per ora, regge. “L’Italia sta crescendo – ha detto – ma è anche merito della stabilità”. Parole che arrivano in un momento in cui le opposizioni, a differenza del 2022, si sono presentate unite in molte realtà locali.

Per Donzelli, la questione della legge elettorale non può più aspettare. “Vogliamo stabilità – ha ribadito – se vincesse il campo largo, saremo serenamente all’opposizione, ma la stabilità farebbe bene al Paese”. Un messaggio chiaro, rivolto sia agli alleati sia agli avversari, in un momento in cui il tema delle regole torna al centro della scena.

Regionali: niente scossoni, la maggioranza tiene

Sul risultato delle urne, Donzelli ha smorzato le attese della vigilia. “Poteva finire 5 a 1 come dicevano loro”, ha osservato riferendosi alle previsioni del centrosinistra. “Ma non c’è stata la spallata annunciata dalla sinistra. Nessun terremoto”. In effetti, i dati definitivi non hanno stravolto gli equilibri tra maggioranza e opposizione.

Secondo il Viminale, il centrodestra ha tenuto in quattro regioni su sei. Le opposizioni, unite in alcune zone chiave come Toscana ed Emilia-Romagna, hanno ottenuto risultati importanti ma non sono riuscite a ribaltare il quadro nazionale. “La coalizione regge”, ha commentato un esponente di Forza Italia durante lo spoglio, mentre tra i dem si respira una cauta soddisfazione per aver evitato il tracollo.

Partiti e alleanze: la partita è ancora aperta

Il tema delle alleanze resta però un punto critico. Da una parte il centrodestra rivendica la compattezza della propria coalizione, dall’altra le opposizioni si interrogano sul futuro da costruire. “L’unità paga”, ha detto Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, sottolineando come la collaborazione con il Movimento 5 Stelle e altre forze progressiste abbia permesso di competere meglio.

Ma la prospettiva di un “campo largo” a livello nazionale resta incerta. “Non basta mettere insieme i simboli – ha confidato un dirigente centrista – serve un progetto condiviso”. Su questo punto anche Donzelli ha insistito: “Se vince il campo largo, saremo all’opposizione, ma la stabilità deve rimanere una priorità per tutti”.

Una nuova stagione politica all’orizzonte?

Il dibattito su stabilità e riforma della legge elettorale sembra destinato a condizionare l’agenda politica nei mesi a venire. In Parlamento si moltiplicano le voci a favore di una revisione delle regole, per assicurare governi più solidi e duraturi. “Non ci sono dogmi”, ha ribadito Donzelli, lasciando aperta la porta a soluzioni diverse da quelle attuali.

Intanto, nei palazzi romani l’attenzione è già rivolta alle prossime scadenze: la legge di bilancio e le elezioni europee del 2026. L’atmosfera è tesa ma pragmatica. “Serve responsabilità”, ha ammonito un deputato della Lega uscendo da Montecitorio ieri sera. Solo allora – forse – si capirà se l’Italia potrà davvero contare su quella stabilità che oggi tutti chiedono, ma che nessuno può dare per scontata.