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Sefcovic avverte: l’accordo Usa-Cina avrà un impatto sull’Ue

Sefcovic avverte: l'accordo Usa-Cina avrà un impatto sull'Ue

Sefcovic avverte: l'accordo Usa-Cina avrà un impatto sull'Ue

Bruxelles, 13 giugno – L’accordo tra Stati Uniti e Cina avrà ripercussioni dirette sull’Unione Europea. Lo ha detto stamattina Maros Sefcovic, commissario europeo al Commercio, durante un’audizione davanti alle commissioni Esteri, Attività produttive e Politiche Ue di Senato e Camera, a Bruxelles. Al centro della discussione c’è la gestione delle terre rare e il ruolo che l’Europa dovrà giocare in un mondo sempre più competitivo.

Accordo Usa-Cina: cosa cambia per l’Europa

Sefcovic è intervenuto poco dopo le 10.30, raccontando di essere “in costante contatto con il segretario Usa Howard Lutnick”, con cui ha parlato proprio nelle ultime ore. “Quello che succede tra Washington e Pechino – ha spiegato – non può lasciarci indifferenti. Le conseguenze saranno concrete anche per noi”. Il riferimento è alle trattative tra le due superpotenze, che negli ultimi mesi hanno intensificato i colloqui su commercio, tecnologia e materie prime strategiche.

Per il commissario, l’Unione Europea si trova oggi a dover “gestire un rapporto sempre più complicato” con la Cina, soprattutto per quanto riguarda l’accesso alle terre rare, materiali chiave per la transizione digitale e verde. “Stiamo facendo il possibile – ha aggiunto – ma la situazione resta difficile”.

Terre rare, un nodo cruciale per Bruxelles

Le terre rare – minerali come neodimio, disprosio e lantanio, indispensabili per batterie, turbine eoliche e dispositivi elettronici – sono ormai al centro delle strategie europee. La Cina domina circa il 60% della produzione mondiale e, secondo la Commissione Ue, l’Europa importa oltre il 90% del proprio fabbisogno proprio da Pechino.

“Non possiamo permetterci di dipendere da un solo fornitore”, ha sottolineato Sefcovic davanti ai parlamentari italiani. La Commissione sta lavorando a una nuova legge sulle materie prime critiche, con l’obiettivo di trovare nuove fonti e potenziare la produzione interna. “Solo così potremo garantire all’Europa una vera autonomia strategica”, ha spiegato.

Dialogo transatlantico e timori per l’industria

Il confronto con gli Stati Uniti resta aperto. Sefcovic ha raccontato di aver parlato con Lutnick “delle possibili ripercussioni per le nostre industrie”, in particolare nei settori dell’auto e dell’energia. “Gli americani conoscono le nostre preoccupazioni”, ha detto, “ma ognuno difende i propri interessi”.

Secondo fonti vicine alla Commissione, Bruxelles teme che un’intesa tra Washington e Pechino possa escludere l’Europa da alcune filiere chiave o mettere nuove barriere alle aziende europee. “Dobbiamo restare all’erta”, ha avvertito Sefcovic, “e lavorare con gli Stati membri per proteggere la nostra competitività”.

Parlamento: prudenza e richieste di chiarezza

Durante l’audizione, diversi parlamentari hanno chiesto chiarimenti sulle mosse future dell’Unione. La senatrice Maria Grazia Gatti (Pd) ha chiesto se esistano già piani concreti per ridurre la dipendenza dalla Cina. Il deputato Marco Osnato (FdI) ha espresso invece preoccupazione per gli effetti sull’industria italiana.

Sefcovic ha risposto che “sono allo studio misure specifiche”, ma che servirà tempo prima di vedere risultati concreti. “La transizione sarà graduale”, ha ammesso, “ma è importante muoversi subito”.

Europa tra sfide aperte e incertezze

Il dossier resta aperto. Nei prossimi mesi, la Commissione Ue presenterà un rapporto dettagliato sull’impatto degli accordi internazionali sulle catene di approvvigionamento europee. Intanto, a Bruxelles si moltiplicano gli incontri tra funzionari e rappresentanti delle imprese.

“Il nostro obiettivo – ha concluso Sefcovic – è evitare che l’Europa resti indietro nella corsa globale alle tecnologie del futuro”. Un auspicio che per ora si muove tra diplomazia e realismo.