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Bankitalia: settembre segna un nuovo aumento dei tassi sui mutui

Bankitalia: settembre segna un nuovo aumento dei tassi sui mutui

Bankitalia: settembre segna un nuovo aumento dei tassi sui mutui

Milano, 11 novembre 2025 – A settembre, i dati della Banca d’Italia mostrano un nuovo aumento dei tassi di interesse sui mutui per l’acquisto di case. Il rialzo continua, passo dopo passo, rispetto ai mesi scorsi. Il Taeg (Tasso annuale effettivo globale) sui prestiti alle famiglie si è fermato al 3,71%, in crescita rispetto al 3,67% di agosto e al 3,61% di luglio. Gli operatori del settore collegano questo andamento alle tensioni sui mercati finanziari e alle ultime mosse della politica monetaria.

Mutui in salita, famiglie sotto pressione

Il dato più evidente riguarda proprio i mutui casa: il Taeg medio è salito al 3,71%, un livello che non si vedeva da anni. “Oggi chi chiede un mutuo per comprare casa si trova a pagare di più rispetto a pochi mesi fa”, spiega un consulente finanziario milanese. La crescita dei tassi si riflette subito sulle rate mensili. Per esempio, su un mutuo da 150mila euro a 25 anni, la differenza rispetto all’anno scorso può essere di alcune decine di euro al mese in più.

Prestiti al consumo, i tassi restano alti

Non solo mutui: anche il credito al consumo – prestiti personali, finanziamenti per auto o elettrodomestici – si mantiene su livelli elevati. A settembre il Taeg medio è stato del 10,24%, leggermente sotto il 10,29% di agosto, ma comunque più alto rispetto ai primi mesi dell’anno. “Le famiglie sono più caute”, racconta una dipendente di una banca a Porta Romana. “Spesso chiedono simulazioni dettagliate prima di firmare.” Il costo del denaro pesa anche sulle spese quotidiane.

Prestiti alle imprese: tassi stabili, domanda bassa

Sul fronte delle imprese non finanziarie, i tassi sui nuovi prestiti sono rimasti sostanzialmente invariati: a settembre si sono attestati al 3,38%, praticamente uguali al 3,39% di agosto. Per gli analisti, questo riflette la prudenza delle banche e la domanda ancora debole da parte delle aziende. “Molte imprese stanno rimandando investimenti importanti, in attesa di capire meglio cosa succederà”, ammette un responsabile credito di una banca lombarda. Solo con più chiarezza si potrà parlare di una ripresa più decisa.

Depositi: rendimenti fermi, risparmiatori penalizzati

Per i depositi bancari, invece, i tassi riconosciuti ai risparmiatori sono rimasti bloccati allo 0,63%, senza variazioni rispetto ad agosto. Una situazione che continua a sfavorire chi lascia i soldi fermi sul conto corrente o su depositi tradizionali. “I clienti chiedono spesso se ci sono alternative più vantaggiose”, racconta un consulente di una banca a Torino. Ma le opzioni più sicure restano poco remunerative.

Perché i tassi salgono ancora

L’aumento dei tassi arriva dopo le decisioni della Banca Centrale Europea, che negli ultimi mesi ha alzato il costo del denaro per tenere sotto controllo l’inflazione. Questa scelta si riflette su tutti i prodotti bancari: dai mutui ai prestiti personali, fino ai finanziamenti alle imprese. “Il rialzo era previsto”, spiega un economista dell’Università Bocconi, “ma per le famiglie l’impatto potrebbe farsi sentire parecchio nei prossimi mesi”.

Che succede ora? Tra attese e cautela

Le prime stime delle associazioni dei consumatori indicano che l’aumento dei tassi potrebbe portare a una domanda più bassa di nuovi mutui e prestiti durante l’autunno e l’inverno. Le famiglie stanno valutando con più attenzione ogni impegno finanziario, mentre molte imprese restano in attesa. “Serve stabilità”, conclude un rappresentante di Confcommercio Lombardia, “solo così si potrà tornare a investire con fiducia”.

In attesa delle prossime mosse della BCE, il mercato del credito in Italia resta sotto stretta osservazione. E, per ora, la parola d’ordine è prudenza.